E’ stato accolto dalla Cassazione il ricorso della maison del lusso Hermes – che produce le iconiche borse da migliaia di euro per le quali l’attesa della consegna dura anche anni dalla prenotazione – contro la decisione della Corte di Appello di Firenze che ritiene che chiunque può produrre e vendere borse della stessa forma della ‘Kelly’
E’ stato accolto dalla Cassazione il ricorso della maison del lusso Hermes – che produce le iconiche borse da migliaia di euro per le quali l’attesa della consegna dura anche anni dalla prenotazione – contro la decisione della Corte di Appello di Firenze che ritiene che chiunque può produrre e vendere borse della stessa forma della ‘Kelly’ – in onore della principessa Grace di Monaco, già attrice preferita di Alfred Hitchcock – e della ‘Birkin’, dal nome di Jane Birkin, attrice e cantante legata alla ‘trasgressione’ sessantottina (Borse moda, il fascino senza tempo dei modelli vintage).
I magistrati di Firenze avevano dichiarato “per mancanza di capacità distintiva” la nullità dei due marchi, ‘Kelly’ e ‘Birkin’, sia in primo grado nel 2016 che in appello nel 2018 a seguito di una vertenza giudiziaria intrapresa da Hermes contro un produttore toscano di borse tarocche (Buti Amerigo, Buti srl, Buti Italia srl). Ma la Suprema Corte, pur condividendo l’assunto che le forme tridimensionali non siano brevettabili, ha osservato che troppo sbrigativamente non si è tenuto conto dell’ampia “documentazione prodotta” da Hermes sulla “distintività e notorietà del marchio”. Ora ci sarà un appello bis.