E’ Fabio Testi, l’81enne attore originario di Peschiera del Garda, la star della sezione cinema del Premio Alziator, abbinato al concorso per cortometraggi “Tre minuti di celebrità a Cagliari”. L’attore, padre di tre figli e una vita divisa tra Roma e la residenza estiva sul Lago di Garda, è stato al centro della serata evento che si è tenuta ieri al T Hotel: è stato un amarcord di emozioni, aneddoti, racconti e filmati, ma non solo, il momento clou è stato la consegna del Premio alla Carriera. La manifestazione della Fondazione Alziator, ad ingresso libero e gratuito, rientra nelle iniziative nazionali di “Cinema in Festa” promosse dall’Anica e dal Ministero della Cultura per celebrare la settima arte. Il Premio Alziator, intitolato alla figura dell’indimenticato scrittore, studioso e giornalista cagliaritano, è sostenuto da Regione, Comune, Fondazione di Sardegna e Fondazione Film Commission Sardegna. Proprio nella cittadina veneta affacciata su uno dei laghi più amati dai turisti, un giovanissimo Fabio Testi si avvicina al mondo del cinema cominciando a lavorare prima come comparsa, poi come figurazione speciale e controfigura (stuntman).
Grazie alla sua prestanza fisica era periodicamente chiamato da tutte le produzioni che si recavano a girare nello stabilimento denominato “Bertolazzi Film”. A quel tempo Testi faceva parte della squadra atletica dell’Istituto Antòn Maria Lorgna di Verona dove si diploma geometra. Sportivo per natura, frequenta palestre di judo, gareggia in competizioni di nuoto e si dedica anche al paracadutismo. Più tardi prenderà il brevetto di pilota di 2° grado a Cambridge. Scelto per apparire in una serie di caroselli televisivi per la Coca-Cola, ne diventa il protagonista e per due anni vi lavora in esclusiva. Nel 1967 debutta sul grande schermo con il film “Straniero… fatti il segno della croce” (Demofilo Fidani) e dopo una breve apparizione in “C’era una volta il west” (Sergio Leone 1968) entra in veste di protagonista in “Ed ora raccomanda l’anima a Dio“ del 1968 sempre diretto da Demofilo Fidani. Il successo dei primi lavori cinematografici induce Fabio Testi a vedere il nuovo lavoro come una possibilità seria di affermarsi nel mondo del cinema. E’ l’epoca in cui molte produzioni americane vengono a girare film in Italia.
Ad oggi sono più di 100 i film girati da Testi tra cinema e tv.
Le sue interpretazioni più significative per il cinema sono: “Addio fratello crudele” di Giuseppe Patroni Griffi (1971) al fianco di Charlotte Rampling, “Camorra” (1972) al fianco di Jean Seberg, “I Guappi” di Pasquale Squitieri (1974) al fianco di Claudia Cardinale e Franco Nero, “L’importante è amare” di Andrzej Zulawski (1975) al fianco di Romy Schneider, “L’eredità Ferramonti” (1976) di Mauro Bolognini, nominato per la Palma d’oro come miglior film al festival di Cannes nel quale recita al fianco di Anthony Quinn e Dominique Sanda , “Il grande racket” (1976) e “La via della droga” (1977) diretti entrambi da Enzo G. Castellari ed ancora in “Amore, piombo, furore” (1978) di Monte Hellman. Nel primo decennio del 2000 è stato nel cast in “La conjura de el Escorial” (2008) produzione spagnola per la regia di Antonio del Real a fianco di Julia Ormond e Jason Isaacs e in “Letters to Juliet” (2009) con Vanessa Redgrave e Franco Nero ed infine in “Road to Nowhere” (2009) di Monte Hellmann premiato con il Leone d’oro – premio speciale per l’insieme dell’opera – al 67° festival di Venezia 2010.
Moltissime sono le interpretazioni televisive, ma si dedica anche al teatro in produzioni tra cui si ricordano: “Dovevi essere tu” (1992) per la regia di Marco Parodi al fianco di Paola Quattrini, “La strada” (1999) per la regia di Filippo Crivelli con Rita Pavone, “Se devi dire una bugia dilla grossa” regia di P. Garinei (2000) con Anna Falchi, Paola Quattrini e Gianfranco Jannuzzo e in Spagna “Zorba el griego” (musical) che lo vede in tournèe in tutta la Spagna riscuotendo notevole successo.