Timothée Chalamet, primo uomo sulla copertina di British Vogue

Timothée Chalamet, primo uomo sulla copertina di British Vogue

Fino a ora la rivista aveva celebrato soltanto le donne. Per il direttore della rivista, l’attore rappresenta la modernità

Timothée Chalamet sta vivendo un lungo periodo di gloria. L’ennesimo traguardo è la scelta di British Vogue di dedicare la copertina all’attore: è la prima volta che la rivista opta per un uomo come protagonista assoluto della cover in 106 anni di pubblicazione (in passato gli uomini presenti avevano sempre condiviso lo spazio con una donna). In questi anni Timothée Chalamet si è contraddistinto sia per le ottime interpretazioni sul grande schermo che per i look mostrati sul red carpet, come l’abito rosso con la schiena scoperta a Venezia 79. E per il mensile la ventiseienne star rappresenta la modernità e il superamento delle nozioni di genere.

Nell’editoriale che accompagna il servizio di British Vogue firmato Steven Meisel, il direttore Edward Enninful spiega: “Vogue è uno spazio che celebra le donne”, aggiungendo: “in questo momento storico, gli uomini non hanno certo bisogno di più spazi, tuttavia c’è qualcosa che mi sembra nel migliore dei casi old-fashion, nel peggiore rétro, nel suddividere i generi in scatole così chiuse… La moda oggi è espressione di sé, è politica, è gioco, riguarda cosa ci fa stare bene”.

“Timothée ispira donne e uomini… è amato da adolescenti e da nonne. È un uomo che va bene per tutti”, scrive ancora Enninful che si sofferma sulla figura dell’attore che incarna perfettamente il superamento del vecchio concetto e della vecchia estetica della mascolinità. Un po’ come è stato per Harry Styles, che sulla copertina di Vogue Usa a novembre 2020 indossava un abito da donna. 

Nell’intervista di Giles Hattersley presente nel numero di ottobre del mensile britannica, Timothée Chalamet racconta dei consigli legati al proseguo della propria carriera datogli da Leonardo DiCaprio, incontrato sul set di “Don’t Look Up” di Adam McKay. “Niente droghe pesanti e niente film di supereroi”, i due lapidari ed essenziali moniti del premio Oscar al giovane collega.

L’ascesa da star di Timothée Chalamet è iniziata con “Chiamami col tuo nome” di Luca Guadagnino. Dopo i ruoli in “Lady Bird” di Greta Gerwig, “Un giorno di pioggia a New York” di Woody Allen e “The French Dispatch” di Wes Anderson, è arrivata la consacrazione mainstream nel blockbuster di fantascienza “Dune”. Mentre è atteso nel sequel, e nei panni del giovane Willy Wonka nel prequel de “La Fabbrica di Cioccolato”, è stato applaudito a Venezia 79 per “Bones and All” di Luca Guadagnino. 

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