Giffoni, Gary Oldman rallenta ma non si ferma

Giffoni, Gary Oldman rallenta ma non si ferma

Hanno fatto fatica i giovani giurati del Giffoni Film Festival a rimanere seduti. Quasi tutti infatti si sono alzati con lo smartphone tra le mani per girare un video o scattare una foto. A varcare la soglia della sala blu della Multimedia Valley, Gary Oldman.

Il celebre attore, nel 2018, nei panni di Winston Churchill nel film ‘L’ora più buia’, ha conquistato il premio Oscar come miglior attore protagonista, il Bafta, il Golden Globe, il Sag Award e il Palm Springs Award. Ma in Italia è forse più noto per la sua interpretazione di Sirius Black nei film di Harry Potter, Oldman ha collezionato il più alto numero di partecipazioni a film di successo rispetto a qualsiasi altro artista attivo negli ultimi vent’anni, recitando in ben quattordici film campioni d’incassi al botteghino negli Stati Uniti e nel resto del mondo. E si dice “felicissimo” di essere alla rassegna salernitana di cinema per ragazzi “perché le persone di una certa età come me prima o poi andranno in pensione, lasceranno il posto a voi che siete sangue nuovo, passione nuova ed energia nuova per il futuro”.

Ai giurati che gli chiedevano se vi fosse stata, nella sua vita, un’esperienza drammatica che si fosse rivelata utile per la sua carriera di attore, Oldman confida che, “a sette anni, mio padre lasciò la nostra famiglia. Pensai: se mi amasse di più, rimarrebbe. In realtà, lui non amava più mia madre. Ma questa è una cosa che cominci a capire da adulto. E questa è stata l’esperienza che ho cercato più di tutte di mettere a frutto nel modo migliore nel mio lavoro”. “Quando devo trovare emozioni forti dentro di me, ritorno bambino, a quel tempo – spiega – ho usato questa esperienza quando Francis Ford Coppola mi chiese di piangere, anzi di inondare il palco di lacrime, sul set. Ed è una cosa non facile. La conferma che anche le cose che non viviamo nella miglior maniera, dopo, in qualche modo ci possono aiutare a crescere e ad avere noi il controllo”. Alla platea, poi, torna a parlare del suo futuro pensionamento. “Non so se a ottant’anni, spero di arrivarci e in buona salute, vorrò ancora fare questo”, dice, ma intanto ha “sviluppato e acquisito anche altri interessi che vanno al di là della recitazione, che è stata per moltissimi anni la parte più importante della mia vita”. “Adesso che ho 64 anni – prosegue – ho cominciato a rallentare il ritmo delle produzioni. E quella che una volta era la mia traiettoria fissa e diretta, si tramuta anche in un guardarsi intorno per le diverse possibilità che la vita ha sempre offerto, ma che non ho avuto il tempo di afferrare. Mi sto dando un po’ di tempo per afferrarle e non vi so dire quanto sia di sollievo per me il non dover vivere più con quella borsa nera a fianco che mi accompagnava in tutti gli spostamenti che dovevo fare. Oggi sono felice anche di svegliarmi nel mio letto, di godermi la mia famiglia, i miei cani”.

Tuttavia, Oldman è stato contattato dal regista e produttore Christopher Nolan: “Mi ha chiesto vuoi venire a fare solo un giorno per il film Oppenheimer? E io ho detto sì. Quindi la prospettiva per la pensione c’è, ma intanto lavoro”, anche a una serie per Apple. “Che voi vogliate diventare registi, fotografi, scrittori, qualunque ruolo vogliate ricoprire in futuro in questo mondo, è un mondo duro, un mondo che vi riserva tanti no all’orizzonte – dice ai ragazzi – è come se vi steste tuffando in una piscina di squali. Intorno a voi, molti, non tutti, saranno lì a dirvi che non ce la farai, non ce la puoi fare, sono lì a corrodere la vostra autostima e a erodere da dentro la vostra convinzione in quello che fate, ma voi dovete essere più forti. Questa è la chiave, dovete rimanere fedeli al vostro percorso, al vostro punto di vista e al vostro sogno e a perseguirlo con tenacia, cercando di respingere le difficoltà posto ingiustamente da chi cerca di demolire piuttosto che costruire insieme a voi”.

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