La coppia inedita ha realizzato una canzone dai sapori disco
Nel pieno della stagione in cui spopolano le canzoni che cantano di amori e conquiste, c’è chi rivendica orgoglioso “Faccio da me“. Sono Rettore e Tancredi, protagonisti di un brano piacevolmente disco, ballabile ma non ruffiano e lontano dagli schemi del tormentone. Due generazioni a confronto che hanno trovato la giusta… chimica. “Dopo La rappresentante di lista, Ditonellapiaga e Luigi Strangis, adesso Tancredi – dice Rettore -. Sono stata scelta da questi che sono… bravi! La mia generazione mi considera disimpegnata, mentre la generazione Z mi sta rigenerando”.
Per Rettore, dopo le collaborazioni sanremesi con La rappresentante di lista e Ditonellapiaga, sembra essere diventata una piacevole abitudine fare da chioccia alle nuove leve. Che comunque rendono il giusto omaggio alla carriera di una delle artiste più originali del nostro panorama musicale andando a giocare sul suo terreno. “Faccio da me” è un brano che si scosta dagli stereotipi estivo-vacanzieri per muoversi in un’atmosfera piacevolmente disco dove le voci di Rettore e Tancredi si intersecano con la giusta misura. “Io avevo fatto una versione di ‘Splendido splendente’ e da lì nasce il nostro rapporto – spiega il cantautore che si è rivelato con l’edizione 2020 di “Amici” -. Sono anche andato a vedere Dona in concerto a Milano. Poi mi è arrivata la proposta di “Faccio di me”. Io avevo tanti pezzi ma io cercavo qualcosa di particolare. Secondo me questo pezzo di estivo di per sé non ha niente, però è molto ballabile.
La canzone è nata subito in questa forma?
Tancredi: La strofa mi è venuta di getto, ero preso davvero bene da questo progetto. Invece avevo scritto un altro ritornello.
Rettore: La canzone è cambiata completamente rispetto a come l’avevo pensata all’inizio. Quando è subentrato Tancredi abbiamo levato proprio dei pezzi del brano. Ci sono state delle aggiunte e dei cori. Mi piace molto la frase che ha messo lui “si perde sempre in due se l’amore è una sfida”. L’amore è un amalgama, a volte bisogna tirarsi indietro, non bisogna fare a cazzotti ma aiutarsi.
Quindi sfatiamo il detto “l’amore non è bello se non è litigarello”?
Rettore: Noi parliamo addirittura di “lotta”. “Se vuoi far la lotta”… no! Faccio da me.
Ormai in Italia d’estate la canzone è da qualche anno sinonimo di tormentone. Il vostro brano sembra invece rifiutare questo schema.
Rettore: Sono queste parole di cui ormai ci riempie la bocca per darsi un tono. Dire “ho fatto una canzone” sembra sminuente. Come quelli che parlano del loro “percorso”. O un altro termine che detesto è “icona”. Le icone sono quelle sulla tastiera del computer. Poi io sono anche veneta e icona fa rima con mona… anche no. E così anche il tormentone: per me è uno spillone che ti infilano in una chiappa…
Tancredi: Che poi questa cosa del tormentone è un fenomeno esclusivamente italiano. E a me non piace questa idea che fai “il tormentone” e a settembre non te la ricordi nemmeno più. E’ ovvio che ci sono dei compromessi, in fondo la musica è un lavoro. Ma non bisogna mai dimenticare il motivo per cui uno ha iniziato a fare musica: lo fai perché hai qualcosa da dire, hai una passione. Ci sarà anche chi la fa per soldi, ma non può essere l’unico motivo.
Tanto più in un periodo difficile come oggi.
Rettore: Pensare che la musica arricchisca è da poveri illusi. Da molti anni ormai arricchisce solo in un altro senso: è terapeutica, aiuta. Se fai il cantautore per farti la villa con piscina… non mi piace.
Tancredi quando hai scoperto la musica di Rettore?
Tancredi: L’ho scoperta grazie al film “Notte prima degli esami”, dove “Lamette” è la sigla di apertura. Ero proprio un bambino. Poi sono andato alla scoperta della sua discografia anche se “Lamette” resta il mio brano preferito. Aver collaborato con lei è qualcosa che mi porterò dentro per sempre.
Rettore oltre a Tancredi anche il vincitore di “Amici” di quest’anno, Luigi Strangis, ha fatto alcune tue canzoni. Che effetto ti fa essere un riferimento per questa nuova generazione?
Rettore: Luigi l’ho incontrato pochi giorni fa e quando mi ha visto si è ammutolito ed è diventato tutto bianco. Tancredi quasi non aveva il coraggio di parlarmi.
Tancredi: Guarda che fa un certo effetto…
Rettore: Io sono una persona davvero buona, stupida e autolesionista forse ma assolutamente non cattiva. Oltre a Luigi e Tancredi, anche La rappresentante di lista e Ditonellapiaga. Devo dire che sono stata scelta da questi che sono… bravi! La generazione Z mi sta rigenerando, mentre la mia mi vede come una disimpegnata.
Cosa non vera…
Rettore: Assolutamente no! E’ un’idea veramente errata. Io sono una che sa scrivere in italiano corretto, che sa coniugare i congiuntivi e quando legge le cose sui social in italiano maccheronico si sente male. Io nasco come cantautrice con la chitarra, cresciuta con Paoli, Lauzi. Però per quanto mi dessi da fare le donne cantautrici erano sempre viste come una cosa inferiore ai signori cantautori Poi ho scoperto la mia vena ironica ed è cambiato tutto.
Cosa state preparando per il futuro?
Rettore: Tutti e due stiamo lavorando su un nostro progetto. Perché i feat, i duetti, tutto questo incontrarsi, producono una cosa inaspettata: stimoli nuovi. Già nel 2021, nel retropalco di Sanremo, noi artisti ci parlavamo! Non c’erano manager e uffici stampa a causa del Covid e noi ci scambiavamo pareri. E’ bello comunicare tra di noi, cosa che una volta si faceva molto poco.
Tancredi: Sono stato fermo un mesetto perché ho avuto il blocco dello scrittore ma io comunque provo a fare tutti i giorni qualcosa, piuttosto che niente provo a inventarmi colonne sonore per film che mi piacciono. Comunque si lavora, si lavora, si lavora.