L’intellettuale di origine slovena aveva 108 anni
È morto Boris Pahor: lo scrittore di origine slovena aveva 108 anni.
Nato a Trieste il 26 agosto del 1913 sotto il regno di Francesco Giuseppe, definito dai più un “gigante della letteratura”, slovena e non solo, una trentina tra libri e saggi pubblicati, Boris Pahor è rimasto lucido e combattivo fino all’ultimo.
Al centro della sua produzione, uno sguardo sempre verso gli ultimi e alla difesa della libertà dell’individuo, Pahor è stato testimone dei più grandi stravolgimenti della storia del novecento e, nella memoria, il senso di trasmissione della stessa ai più giovani.
Dei suoi numerosi libri il più famoso fu Necropoli, testimonianza dell’atroce esperienza nei lager: “Un libro sconvolgente, la visita a un campo della morte e il riaffiorare di immagini intollerabili descritte con una precisione allucinata e una eccezionale finezza di analisi”, così lo definì Le Monde.
Da sempre convinto europeista al punto che definì l’Unione europea “preziosa”, in occasione di uno dei suoi ultimi compleanni lanciò un avviso che, a distanza di tempo, sembra predittivo: “Penso che la storia possa tornare”.