Le piattaforme di streaming e condivisione hanno dato nuova vita ai grandi classici. Lo scorso anno Bruce Springsteen ha rivenduto il suo catalogo a 550 milioni
È bastato l’annuncio dei Pink Floyd, disposti a cedere i diritti sul loro intero catalogo, a scatenare un’asta “all’ultima nota” tra i colossi Bmg, sostenuta dalla Kkr, e Warner.
Nonostante il procedimento sia alle prime battute, gli esperti del Financial Times sostengono che il vincitore dovrà sborsare oltre 500 milioni di dollari per ottenere i diritti d’autore e registrazione.
I precedenti – Non è la prima volta che avviene qualcosa di simile nel mondo della musica: lo scorso dicembre Bruce Springsteen ha venduto i diritti delle sue canzoni alla Sony per 550 milioni di dollari. Bob Dylan fece lo stesso due anni fa, ricavandone oltre 300 milioni di dollari. Facendo girare ancora le lancette si può tornare indietro nel 1985 quando Michael Jackson comprò i diritti di 251 canzoni dei Beatles per 47 milioni di dollari per poi rivenderli, dieci anni dopo, a 116 milioni (valore attuale).
Nuovo record – La band britannica, famosa per brani come “Echoes“, “Money” e “Another Brick in the Wall“, e album come “The dark side of the moon“, potrebbe riuscire a battere il record stabilito dalla cessione dei diritti sulle produzioni di Springsteen. Secondo la Recording Industry Association of America i Pink Floyd hanno venduto, solo su suolo americano, 75 milioni di copie rispetto ai 65,5 milioni del “Boss”.
Nuova fonte di profitto
– Con i tassi d’interesse alle stelle e il rallentamento dell’economia globale, sono le piattaforme di condivisione e streaming, come
Spotify
e
Apple Music
, a far aumentare il valore delle canzoni tramite la vendita di abbonamenti. Secondo la
Federazione Internazionale dell’Industria Fonografica
i ricavi nel settore della musica registrata sono cresciuti per sette anni consecutivi, salendo del 18,5% lo scorso anno a
25,9 miliardi di dollari
.