Il piacere della scoperta con Catherine Deneuve, ospite della puntata
“Ulisse – Il piacere della scoperta”, in onda sabato 30 aprile alle 21.25 su Rai 1, racconta gli anni della Belle Époque parigina. A quel tempo veniva inventato il cinematografo, ma secondo i fratelli Lumière non era destinato ad avere futuro. A spiegare che si sbagliavano sarà una delle più grandi attrici della storia del cinema: Catherine Deneuve, ospite di eccezione della puntata.
Sono anni di grande trasformazione in tutti i campi, soprattutto nell’arte con Monet, Renoir, Degas, Pissaro, Caillebotte. Giulio Scarpati, nei panni del loro impresario, Paul Durand- Ruel, li farà conoscere meglio. Sulle loro tele, al Museo d’Orsay, c’è anche la grande trasformazione che Parigi subisce sotto Napoleone III. Insieme al suo prefetto, George Haussmann, cambieranno il volto stesso della città, creando una grandeur visiva destinata a lunga fortuna. Sui viali di Haussmann c’è tutto il fervore della Belle Époque, uomini con il cilindro nero e i baffi tirati all’insù e donne che sfoggiano una nuova femminilità, perché nuovo è il mondo che le circonda.
Si va all’Opera Garnier per conoscere e sedurre, non solo per assistere agli spettacoli. Quello di Garnier è un edificio iconico, che Alberto Angela racconterà da spazi suggestivi, come il bellissimo foyer de la danse. Qui Edgar Degas ha immortalato le ballerine durante il riscaldamento. Al Petit Palais si potrà rivivere lo stupore dei tanti milioni di visitatori dell’Esposizione Universale del 1900. Ulisse farà tappa anche ai Magazzini Samaritaine, un vero arsenale di bellezza e nel locale più caratteristico dell’epoca: il Moulin Rouge. Da lì risuonava l’inconfondibile “Can can” di Offenbach e tra il rumore assordante della musica, i fumi dell’assenzio, le risa e gli abbracci, nessuno si era reso conto del precario equilibrio politico che stava attraversando l’Europa.
Ci penserà la Grande Guerra a svegliare tutti dal sogno della Belle Époque. Come tutti i sogni anche questo ha i contorni sfumati, una luce ammaliatrice e ostile allo stesso tempo, un senso di felicità tanto concreto quanto effimero.