Greta Giordano, la consapevolezza di sé parte da Zero

Greta Giordano, la consapevolezza di sé parte da Zero

Il brano, presentato da un testo originale dell’artista, parla dell’accettazione del fatto che nessuno sarà in grado di sollevarci quando toccheremo il fondo, se non noi stessi

Zero è il titolo del mio nuovo singolo in uscita il 15 aprile. Il mio nuovo inedito è stato scritto interamente dall’autrice vicentina Giorgia Brunello della Jericho Records. Sono Greta Giordano casertana e attualmente vivo a Pignataro Maggiore. La mia più grande passione è la musica. Canto dall’età di 6 anni, quando, un po’ per caso, i miei genitori scoprirono questa mia capacità. Durante le uscite domenicali loro erano soliti ascoltare la radio e quando nelle gallerie il segnale cessava, io riuscivo a mantenere l’intonazione e il tempo. Da lì è iniziata la mia formazione. Ho studiato canto e chitarra per anni. Il primo esordio in tv avviene nel 2012 a I fatti vostri nella rubrica Saranno famosi. Poi arriva The voice nel 2019, dove arrivo semifinalista del team Elettra. Un’esperienza inaspettata e formativa.

Ho sempre definito il palco come l’unico posto oltre casa in cui mi sento me stessa al 100 per 100. Mi piacerebbe vivere di musica e fare della mia più grande passione un lavoro. Mi definisco umile, solare e testarda e credo che il mio più grande pregio ma allo stesso tempo difetto sia la mia razionalità. La pandemia è stata un periodo che mi ha messo a dura prova.

Zeo, il mio nuovo singolo descrive in pieno le sensazioni di quando per la prima volta mi sono sentita fragile. È per me un nuovo inizio, una rinascita e un nuovo punto di partenza. Ricomincio da Zeri. Attualmente lavoro con l’etichetta la MMline Production Records e sono seguita dalla discografica e manager Maria Totaro che segue principalmente big ma tiene a cuore anche la sua scuderia di emergenti e che ha creduto fin da subito in me. Zero è menefreghismo, abbandono, solitudine. Lo zero viene prima di qualsiasi altro numero ma, per assurdo, vale meno di tutti gli altri.

Nel mondo ci sono 7 miliardi di persone. Ossia 7 miliardi di zeri. In quanto l’essere umano è programmato per sopravvivere, anche a costo di tradire i suoi simili.
Non a caso nasciamo soli e ce ne andiamo soli. Zero è un testo di consapevolezza, di accettazione del fatto che nessuno sarà in grado di sollevarci quando toccheremo il fondo, se non noi stessi. Il nemico più grande è il tempo, che interrompe il volo delle rondini e lascia appassire i petali dei fiori. Perciò non ci resta che convivere con l’idea di essere insignificanti per il mondo, ma fondamentali per noi stessi. È come stare su un’altalena, in bilico tra l’essere aquila o l’essere formica. Che poi resta a noi trasformare uno zero in un cento. Siamo noi a decidere quanta importanza dare al rumore della pioggia che sbatte sul tetto e siamo noi a decidere quanta fiducia riporre nel filo sottile che ci tiene in piedi prima di spezzarsi. Dunque non ci resta che restare appesi a fili non connessi e aspettare il momento dell’impatto.

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