Il bene e il male secondo esquire

Il bene e il male secondo esquire

Due copertine dedicate a Gianniotti nei panni di Diabolik e a Arón Piper, ma anche l’Ucraina e all’impegno di Nicholas Hoult per un numero che indaga il rapporto tra i due estremi dell’animo umano

Il rapporto tra il bene e il male è il tema che scorre tra le pagine del nuovo numero di Esquire in edicola dal 14 aprile. Capace di mettere in copertina un cattivo per eccellenza dell’immaginario del fumetto italiano: Diabolik, interpretato da Giacomo Gianniotti che racconta cosa ha imparato vestendo i panni del re del crimine ma anche preparare una special cover dedicata a Arón Piper, il bello e dannato della serie Elite. 

Il tema scelto per il maschile di Hearst Italia non è soltanto un modo per parlare di cinema, di stile e di moda, questo è un numero capace di calarsi nella più profonda attualità esplorando quello che il direttore Massimo Russo chiama “il grande il cuore di tenebra che si è riaperto al centro dell’Europa con la guerra in Ucraina”. Una visione che ci viene restituita dagli sguardi fermati dall’obiettivo di Mark Neville capace di ritrarre persone come noi, la cui vita dal 24 febbraio è cambiata per sempre.

E naturalmente c’è spazio anche per i buoni come Nicholas Hoult, l’ex bambino di About a Boy, oggi è un attore di successo che nell’intervista ad Esquire si fa portavoce di due messaggi: proteggere gli oceani e superare i beauty standard maschili.

Fa parte dell’equazione anche l’arte che da sempre interpreta le nostre profonde contraddizioni e ci dona spunti per leggere il presente. Esquire dedica una guida all’arte contemporanea, letta attraverso un insider come Francesco Tenaglia (che introduce i lettori al mondo del mecenatismo accessibile) e con un’intervista a Cecilia Alemani, la curatrice della Biennale di quest’anno, che ha come titolo Il Latte dei Sogni.  E ancora nel nuovo numero tanti reportage di moda e stile come quello da Watches & Wonders, la fiera dell’orologeria che si è da poco conclusa a Ginevra, il viaggio a tutta velocità nella moda urban del periodo 2000/2008 e il mockumentary-tributo dedicato allo scintillante lifestyle di una (inesistente) celebrity americana firmato da Lera Polivanova.

«In attesa di capire se un giorno riusciremo a illuminare l’inestricabile dicotomia tra bene e male». conclude Massimo Russo,nel suo editoriale «vi lascio con le parole sagge di Giorgio Armani – protagonista di una lunga intervista sulla sua visione del mondo – che alla domanda “Di cosa c’è troppo poco nel mondo?”, risponde senza esitare: “Gentilezza”. Con profondità Zen, possiamo anche iniziare da qui».

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