Dai primi passi con Dino Risi al successo in coppia con Bud Spencer
Mario Girotti alias Terence Hill compie 83 anni. È di pochi giorni fa il suo saluto a “Don Matteo”, la serie campione d’ascolti che tanta popolarità gli ha nuovamente regalato negli ultimi venti anni dopo il successo planetario degli anni Settanta in coppia con Bud Spencer. Alla vigilia dell’avvio della tredicesima stagione della fortunata serie l’attore, che dal quarto episodio passerà il testimone a Raoul Bova/Don Massimo, ha voluto salutare il cast e i fan: “Vogliatevi tutti bene!”.
Nato nel 1939 a Venezia Mario Girotti, fa il suo esordio da giovanissimo davanti alla macchina da presa. Scoperto da Dino Risi, interpreta fin dal 1950 con “Vacanze col gangster” e per tutto il decennio piccole parti in alcune commedie sentimentali, ma al contempo riesce a lavorare anche per registi del calibro di Gillo Pontecorvo, Mauro Bolognini e Citto Maselli. Nel 1958 partecipa allo sceneggiato Rai “Il ritratto di Dorian Gray” e nel 1959 in “Annibale” diretto da Bragaglia e Edgar G. Ulmer, recita per la prima volta “al fianco” di Carlo Pedersoli, ma i due non si incontreranno mai sul set.
La prima svolta della carriera arriva nel 1963 quando Luchino Visconti lo scrittura per la parte del Conte Cavriaghi ne “Il gattopardo”. Poi l’esperienza in Germania con i primi western e il ritorno nel 1967 in Italia. È allora che “nasce” Terence Hill. Un nome d’arte scelto in fretta e furia – “perché suonava bene” e le iniziali corrispondevano a quelle della madre Hildegard Thieme – per il lancio di “Dio perdona… io no!” spaghetti-western diretto da Giuseppe Colizzi, primo film del lungo e fortunato sodalizio con Carlo Pedersoli/Bud Spencer che raggiungerà l’apice della popolarità durante gli anni Settanta.
Un successo dopo l’altro: da “Lo chiamavano Trinità…” in cui interpreta la parte che avrebbe dovuto essere di Franco Nero a “Porgi l’altra guancia” e “Io sto con gli ippopotami” passando per “Altrimenti ci arrabbiamo” di cui proprio lo scorso fine settimana è uscito nelle sale italiane il ‘reboot’ con Christian De Sica, Edoardo Pesce e Alessandro Roja, firmato YouNuts! (moniker di Antonio Usbergo e Nicolò Celaia). Omaggio al film di culto diretto nel 1974 da Marcello Fondato, una pellicola di straordinario successo compresa l’indimenticabile colonna sonora degli Oliver Onions, che quell’anno portò in sala 11 milioni di spettatori per un incasso di 6 miliardi di vecchie lire.
Parallelamente al sodalizio con il compagno di scazzottate, Terence Hill coltiva una carriera solista sia davanti alla macchina da presa, come in “Il mio nome è Nessuno” accanto a Henry Fonda, ancora un western all’italiana prodotto da Sergio Leone e impreziosito dalle musiche di Ennio Morricone, sia dietro a partire dagli anni Ottanta con l’esordio alla regia in “Don Camillo”, ispirato al personaggio di Guareschi portato al successo negli anni Cinquanta da Fernandel e dal suo eterno rivale, il sindaco Peppone interpretato da Gino Cervi. Negli anni Novanta arriva l’ultimo film in coppia con Bud Spencer, “Botte di Natale” diretto dallo stesso Terence Hill che vive in quegli anni il dolore per la tragica morte in un incidente stradale del figlio adottivo Ross. Dal 2000 la rinascita e il ritorno al grande successo con l’inizio della ventennale avventura di Don Matteo.