La modella ha deciso di sottoporsi al trattamento a marzo dello scorso anno: «Non volevo limitare la mia possibilità di diventare ancora madre alla presenza di quell’uomo e in generale di una relazione»
Bianca Balti per tre anni ha vissuto una relazione tossica, in cui il suo desiderio di diventare di nuovo madre veniva continuamente messo in discussione. La modella 37enne ora che, però, è finalmente libera, ha voluto raccontare la sua esperienza con sincerità. Così su Instagram ha spiegato di aver congelato alcuni ovociti per questo motivo: «L’ho fatto lo scorso anno, alla fine di una relazione fatta di dinamiche tossiche. Ho deciso di non limitare la mia possibilità di diventare ancora madre alla presenza di quell’uomo e in generale di una relazione».
L’ex fidanzato che l’ha ferita profondamente è il manager Sal Lahoud, con cui ha chiuso la relazione all’inizio dello scorso anno. La modella è già madre di due bambine: Matilde (14 anni, avuta dal primo marito, il fotografo Christian Lucidi) e Mia (6 anni, nata dal secondo matrimonio, con Matthew McRae). Ma il desiderio di maternità è sempre stato molto forte in lei: «Lo provavo anche a 20 anni». Purtroppo, però, non stava frequentando l’uomo giusto, anzi. «Sapevo che sarebbe voluto diventare padre, prima o poi, e il mio desiderio di avere altri figli non era certo un mistero». Eppure lui non ha fatto altro che usare questo argomento come un ricatto: «Non mi ha mai posto il quesito. Ha dato sempre per scontato che avrei voluto portare in grembo il suo bambino. Per tre anni, alternava frasi come: “Sei la madre migliore che abbia mai conosciuto”, a: “Se ti comporti così, un figlio con te non lo faccio”». Non faceva che ricordarle che il suo amore era condizionato: «Procreare era una scelta sua di cui io ero un mero accessorio».
Mentre sminuiva lei, metteva in luce le sue supposte superiorità, dicendole: «Sono benestante, sportivo, ho un’educazione; non avrò mai problemi a trovare una donna». Al contrario, lei non avrebbe mai trovato nessuno disposto a metter su famiglia con una donna che già aveva due figlie: «Si spendeva molto nell’argomentare il perché io avessi bisogno di lui, ma non lui di me. Si accertava che lo capissi e che non me lo dimenticassi. Me ne parlava in modo calmo, razionale e logico. E io, ovviamente, gli credevo. Piangevo, sbattevo la testa al muro, mi disperavo».
Solo grazie alla psicoterapia Bianca Balti è riuscita a mettere fine alla relazione tossica che la stava distruggendo. Così ha compreso di aver sprecato tempo accanto a quell’uomo solo per il desiderio di diventare ancora madre: «L’indipendenza di cui avevo bisogno era quella riproduttiva». A marzo dello scorso anno si è sottoposta al trattamento per congelare gli ovociti in una clinica americana: «Per me è stata un’esperienza traumatica, perché ho incontrato il medico solo il giorno dell’intervento. E poi l’ho fatto in un momento difficile della mia vita, perché non avevo il supporto di un fidanzato, era un momento di dolore per la separazione».
Anche se la sua esperienza non è stata semplice, la rivendica con orgoglio: «Secondo me è la celebrazione della propria femminilità. Quando si è giovani magari si ha voglia di fare tante cose, poi a un certo punto può essere troppo tardi per diventare madri. Con questa tecnica non si corre il pericolo di arrivare troppo tardi. Se potrò ancora permettermelo economicamente e se loro lo vorranno, regalerò alle mie figlie la possibilità farvi ricorso quando saranno grandi».
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