Il 16 marzo del 1959 alle ore 11.35 nel teatro 14 di Cinecittà., l’aiuto regista Gianfranco Mingozzi gira la sequenza con Anita Ekberg che sale le scalette della cupola di San Pietro. La scena segna l’inizio delle riprese di un film che ha cambiato per sempre la storia del Cinema e al quale il Fellini Museum di Rimini ha dedicato un’intera stanza
“Era il 16 marzo 1959 alle ore 11.35 nel teatro 14 di Cinecittà. Era la scena 39, la sequenza con Anita Ekberg che saliva le scalette della cupola di San Pietro. Naturalmente ero emozionato ma non mi sbagliai, non dissi «Motore!» al posto del primo aiuto, oppure «Ciak!» al posto dell’operatore alla macchina, oppure «Azione!» al posto del regista, e non mi schiacciai le dita tra i legni del ciak. Fui diligente, feci il mio compitino e mi ritirai nell’ombra. Così l’assistente alla regia Gianfranco Mingozzi racconta il primo ciak di La Dolce Vita di Federico Fellini.
“Quando si provavano le scene, Fellini si sostituiva sempre all’interlocutore, al partner dell’attore. Sul set di la Dolce Vita, gli chiedevo: Adesso che devo fare? E lui cominciava a dire le mie battute e dopo io le ripetevo, mentre lui di rimando faceva le faccette di Anouk Aimee o di altri personaggi e io pensavo, ma qui è tutto un gioco, non c’è nessuna fatica, è una meraviglia. Ed è stato sempre così anche in seguito, mai più chiedendogli cosa stavamo facendo”. Con queste parole Marcello Mastroianni ricorda il modus operandi del regista riminese.
La Dolce Vita si apre con la statua di un Cristo benedicente che, trascinata da un elicottero, sorvola Roma. E proprio la città eterna ospitò la serata di gala in cui per la prima volta in Italia il film di Federico. Era il 3 febbraio il 1960. La pellicola fu accolta da una certa freddezza.
Federico Fellini descrive così il lavoro di sceneggiatura di La Dolce Vita: inventiamo episodi, non ci preoccupiamo per ora della logica e del racconto. Dobbiamo tentare una scomposizione picassiana. Lavorammo a lungo nella villa di Fregene di Flaiano. La mattina parlavamo per un paio d’ore di Moraldo che intanto era diventato. Marcello con un occhio a Mastroianni. Poi facevamo il bagno, chiaccheravamo con le ragazze sulla spiaggia. Suonavamo sempre quella canzone che fa “Maaagic Moooments”. In questo scatto vediamo il regista con Laura Betti.
La prima milanese di La Dolce Vita, che si svolse al Capito, andò decisamente peggio. Infatti il 5 febbraio del 1960, dopo i titoli di coda Fellini è affrontato da un signore anziano, disgustato dalla visione sfida a duello Fellini. Una signora pelliccia sputa sul regista, mentre Marcello Mastroiannni viene insultato con termini come “Vigliacco, vagabondo”. Peraltro gli incassi della serata meneghina erano destinati all’Istituto Martinitt.
A partire dal 5 febbraio, La Dolce Vita venne distribuito in 66 cinema italiani. Gli àsolo nei primi quindici giorni di proiezione, il film riuscì coprire gli 800 milioni spesi dal produttore.
In La Dolce Vita per il personaggio di Maddalena, Fellini avrebbe voluto Silvana Mangano, o Edwige Feuillère. Alla fine fu scelta Anouk Aiméè. E il senso di questo personaggio è racchiuso in questa battuta: “Io non riesco neanche a reggermi in piedi. Ci vorrebbe una carica vitale che io non ho per girare a testa alta. Quando faccio l’amore… ecco sì, nell’amore c’è questa tensione. Solo l’amore mi dà questa forza”. A proposito del film, l’attrice francese ha detto: “Con Fellini ho perso parecchi ritegni. Forse farei anche le piroette se mi chiedesse di farle”.
Uno dei dialoghi più celebri tra i due personaggi è questo Maddalena:” Maddalena: “Vorrei vivere in una città nuova e non incontrare più nessuno”. Marcello: “A me invece Roma piace moltissimo: è una specie di giungla, tiepida, tranquilla, dove ci si può nascondere bene.”
L’attrice francese Yvonne Furneaux interpreta Emma, la fidanzata di Marcello. In precedenza per questo ruolo si era pensato a Gina Lollobrigida e Angela Luce. La star transalpina ha proposito della sua partecipazione a La Dolce Vita ha dichiarato: “Federico Fellini sapeva talmente bene avvicinarsi alle persone con cui lavorava che non c’erano più nervosismi, eravamo tutti felici, come in vacanza. Ridevamo sempre assieme, non sembrava di lavorare, sembrava tutto uno scherzo, invece era una cosa molto seria.”
L’arrivo all’areoporto di Roma di Sylvia, la diva americana interpretata da Anita Ekberg. A proposito delle location di La Dolce Vita, lo scenografo Piero Gherardi ha dichiarato: “Nel film avevamo un’ottantina di ambienti diversi, è stata un’esperienza pazzesca. Non c’è niente preso dal vero, abbiamo ricostruito o modificato radicalmente tutto. La tentazione di girare dal vero, ci ha perseguitati sino all’ultima sequenza. Fellini sperava sempre di azzeccare l’ambiente che gli piaceva, io dicevo: magari, così ci sarà meno da fare. Eravamo in malafede tutti e due.”
Enrico Lucherini spiega così il rapporto tra i Paparazzi e La Dolce Vita: “La via Veneto Dolce-vitaiola me la inventai su una base di realtà (…) Ecco mettiamo che mi accorgevo che al Break Top c’era Ava Gardner con Anthony Franciosa. Allora facevo il giro degli altri night della zona e dicevo ai paparazzi- parola che ho inventato io perchè tra i fotografi ce n’era uno che di cognome faceva Paparazzo- Correte là perché ci stanno due che amoreggiano!E loro si precipitavano”. Nel film di Fellini Paparazzo è interpretato da Walter Santesso.
Quando vide su L’Europeo le foto dei fan di Adriano Celentano che, davanti al Teatro Smeraldo di Milano, avevano bloccato il traffico e distrutto delle automobili, Fellini decise di scritturare il cantante che in La Dolce Vita interpreta se stesso durante il party in onore di Sylvia.
Marcello Mastroianni e Anita Ekberg in La Dolce Vita. Per l’attore italiano: “La Ekberg era una meravigliosa creatura, indispensabile a quel film. Era un ‘immagine quasi neanche terrena, una sorta di dea.”
Durante le riprese della celebre scena nella fontana di Trevi, Anita Ekberg disse di non aver avuto problemi a restare bagnata per ore, mentre Mastroianni, d’accordo con Fellini, si premunì indossando una muta da sub sotto lo smoking e riscaldandosi con una bottiglia di vodka prima di girare.
La scena fu girata una sera di marzo 8, sebbene l’attrice Anita Ekberg affermi in un’intervista, riportata negli extra della versione in DVD che la scena fu girata in gennaio.
Anita Ekberg a proposito di la Dolce Vita: “Io non parlavo una parola di italiano. Fellini non parlava una parola di inglese. Traduceva il mio agente. Lo dissi a Fellini: ‘Fammi vedere il copione? Fellini rispose: ‘Non c’è il copione?’ Io dissi al mio agente: ‘Te l’avevo detto che era una buffonata. Questo non è un regista. Questo è un matto. Come si può fare un film senza copione? Io venivo da Hollywood, dove tutto era programmato e non capivo come si potesse fare un film senza copione.”
A proposito del suo personaggio, l’attore Marcello Mastroianni disse: “Scusate, ma in La Dolce Vita, questo protagonista non è un conquistatore, non conquista nessuno, anzi, semmai, è conquistato lui”.