L’artista via Instagram ha replicato ad alcuni commenti sessisti scatenati dalla clip del nuovo singolo Bagno a mezzanotte: «Non c’è niente di male a mostrare il corpo. Mi dispiace di quanto la libertà femminile metta in crisi questi uomini piccoli, confusi, spaventati»
l video dell’ultimo single di Elodie, Bagno a mezzanotte, ha fatto il pieno di visualizzazioni: oltre trecentomila in poche ore. Tantissimi i fan in visibilio per la clip in bianco e nero in cui la cantante, sexy come non mai, balla sotto la pioggia, danza con un mini-dress nero di pizzo, si fa trascinare sdraiata su una pedana rotante… Non tutti, però, hanno apprezzato. C’è chi ha stroncato la trentunenne con parole di fuoco, accusandola di essere “troppo sexy”: «Nel video si vede lei in versione panterona smandrappona, in bianco e nero», si è letto in Rete. Immediata la replica, pacata ma durissima, di Elodie.
La cantante via Instagram (giustamente) spiega: «Non mi sento offesa, sono una donna libera, mi piace il mio corpo e mi piace mostrarlo. Ho fatto la cubista per tantissimi anni quindi figuriamoci, sono abituata, me ne hanno dette di tutti i colori. Io sono una smandrappata orgogliosa, però mi dispiace di quanto la libertà femminile metta in crisi questi uomini piccoli, confusi, spaventati». E ancora: «Io sono sfacciata e lo sarò sempre. All’estero è normale mostrare il corpo. Andiamo a prendere i video di Madonna di trent’anni fa: è normale. Non c’è niente di male. È bello il corpo, è un modo per esprimersi. Le chiappe si vedono anche al mare… E comunque non si scrivono certe cose, è proprio da vili».
Le polemiche, inoltre, hanno oscurato, almeno in parte, una bellissima iniziativa che testimonia che l’artista, oltre ad essere una «donna libera», ha un cuore grande. Il ricavato della vendita del nuovo singolo, come ha spiegato sempre sui social la trentunenne, verrà devoluto ai progetti di Save the Children «in Ucraina e nei Paesi confinanti per distribuire cibo, acqua pulita, kit igienici, medicine, coperte per l’inverno e supporto psicologico ed economico a migliaia di bambini e bambine in fuga dalla guerra».
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