Dovrà anche pagare 120.106 dollari al Dipartimento di diritto di Chicago che all’epoca dei fatti dedicò al suo caso decine di agenti e investigatori ai quali vennero riconosciute 1.836 ore di straordinario
alle stelle alle stalle. Oppure chi è causa del suo mal pianga se stesso. Sono solo alcune delle cosiddette frasi fatte, che si adattano perfettamente alla storia dell’attore americano Jussie Smollett. Protagonista della serie televisiva “Empire”, Smollet è stato condannato a 150 giorni di carcere per aver mentito alla polizia su un’aggressione razzista e omofoba nei suoi confronti, ma come ha accertato il tribunale era stato lui ad “orchestrare”. I fatti risalgono al 2019.
Il giudice della contea di Cook James Linn lo ha condannato anche a 30 mesi di libertà vigilata, di cui 150 giorni nella prigione della contea. In più l’attore dovrà pagare 120.106 dollari al Dipartimento di diritto di Chicago per l’impegno di uomini messi sul suo caso che totalizzarono 1.836 ore di straordinario. “Sono innocente. Avrei potuto dire che sono colpevole molto tempo fa”, ha gridato Smollett mentre gli agenti dello sceriffo lo portavano fuori dall’aula.
Un’uscita di scena di chi tenta forse… di salvare la faccia, fino all’ultimo “ciak si gira”. Il giudice James Linn è stato particolarmente severo: “Voleva attenzione, voleva essere più famoso”, ha detto il giudice nella sentenza. Ha definito l’imputato “arrogante, egoista e narcisista” che “ha premeditato fino all’estremo” una bugia che alla fine ha avuto l’effetto opposto. “Ha rovinato la sua vita” e ”ha danneggiato le vere vittime di crimini razzisti”.
L’attore, afroamericano e gay, avrebbe “pianificato” la falsa aggressione pagando due fratelli di origine nigeriana 3.500 dollari , mentendo più volte alla polizia nelle sue deposizioni. Smollett aveva sostenuto di essere stato aggredito nel cuore della notte il 29 gennaio 2019 in una strada di Chicago da due uomini mascherati, sedicenti fan del presidente Donald Trump. Secondo quanto riferito dall’attore, i due aggressori lo avrebbero apostrofato con insulti razzisti e omofobi mettendogli un cappio intorno al collo. Secondo i suoi legali, l‘attacco a Smollett da parte di Abimbola e Olabinjo Osundairo, due fratelli conosciuti sul set di «Empire», sarebbe stato motivato dal denaro e dall’omofobia. Una storia che non ha retto in tribunale, nonostante la mobilitazione e la vicinanza all’attore del mondo dello spettacolo della politica.
Nella serie “Empire” interpreta un uomo che dal nulla mette su un impero, che però sta per scivolargli tra le mani. Jussie Smollett cercava notorietà, ha detto il giudice, le copertine di riviste patinate. Di certo le ha avute… e ora? Forse potrebbe averle ancora o forse no. Bisogna solo aspettare il giudizio del rutilante mondo del cinema.