Stromae: Fils de joie

Stromae: Fils de joie

Esce oggi in tutto il mondo il nuovo album di STROMAE intitolato Multitude, ovvero il terzo lavoro in studio a 9 anni di distanza da Racine Carrée che ha venduto più di 5 milioni di copie in tutto il mondo.
Disponibile per la rotazione radiofonica Fils de Joie, il singolo estratto dal nuovo album.

Multitude arriva dopo un periodo di estrema difficoltà e sofferenza fisica, che ha costretto STROMAE a rallentare drasticamente per riposare mente e corpo.
Lontano da qualsiasi forma di autocommiserazione, STROMAE ha approfittato di questo periodo della sua vita per identificarsi più intimamente e per osservare gli altri mettendosi nei panni dei personaggi per i quali prova “compassione” (nel significato etimologico di “patire con”). Gli uomini instabili di La Solassitude e Mon Amour, il figlio della prostituta in Fils de Joie, i protagonisti depressi e suicidi di Mauvaise Journée e L’Enfer, la coppia male assortita di Pas Vraiment, gli invisibili di Santé, le donne sofferenti di Déclaration.
Li abbraccia tutti con gentilezza e altruismo, fornendo un ritratto toccante di ognuno di loro. Da qui la scelta del titolo Multitude assume un significato profondo, lo stesso che Walt Whitman trasmette nella sua poesia di cui STROMAE potrebbe riprendere l’incipit: “Io sono grande, io contengo moltitudini, io sono di ogni colore e casta, di ogni rango e religione”.
Multitude è un altro modo di STROMAE di esplorare il mondo pur rimanendo saldamente attaccato alle sue radici.
Innato “alchimista” degli opposti – padre ruandese e madre di origine fiamminga – una doppia identità a volte sfocata e caotica che ha imparato a risolvere attraverso la musica, plasmata dalla volontà di testimoniare senza giudizio o disprezzo la condizione umana in tutta la sua diversità e dall’urgenza di osservare le vite degli altri – a volte la propria (Que du bonheur sulla paternità e Invaincu sulla guarigione).

Avevamo già percepito il gusto di STROMAE per i suoni particolari ed etnici come il cavaquinho di Avé Cesaria, frutto dei suoi viaggi con la famiglia in paesi lontani: Mali, Perù, Bolivia, Argentina… In Multitude diventano caratteristiche essenziali, tanto da rendere quest’album una finestra sul mondo, sulle persone e un raro momento di comunione e piacere da condividere. Il violino cinese, o erhu, in La Solassitude, il flauto ney persiano in Pas Vraiment, il charango andino in Mauvaise Journée, il tres venezuelano in Mon Amour, quasi tutti suonati da veri musicisti.
Nel nuovo album, si possono ascoltare canzoni mongole, cumbia colombiana e musica tradizionale sahariana, segno del suo interesse per quello che si può solo chiamare “esotismo”. Quello di STROMAE non è solo un interesse verso i costumi e tradizioni popolari, ma proprio la volontà di “avvicinarsi all’altro” che mai come oggi potrebbe essere così attuale.

radiosound95.it

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