La seconda parte della serie Netflix basata sul best seller di Silvia Zucca, da oggi disponibile, si conferma un piccolo miracolo di produzione italiana con cui staccare per qualche ora dal resto del mondo. In effetti, «ci aveva già convinti al ciao»
Non più tardi di ieri, con la seconda parte della serie Netflix, Guida astrologica per cuori infranti che incombeva – dalla mezzanotte di oggi, martedì 8 marzo –, noi fedeli eravamo impegnati con i preparativi: lettura dell’oroscopo della protagonista Alice Bassi (Claudia Gusmano), la nostra «bilancina ascendente leone»; scommesse riaperte sul segno zodiacale del suo amato capo Davide Sardi (Michele Rosiello), perché alla fine dell’ultimo episodio della prima stagione restava ancora un mistero (e lo resterà fino al minuto 32 su 33 del gran finale); innocue sbirciatine ai profili Instagram delle registe Michela Andreozzi (@la_andreozziofficial) e Bindu De Stoppani (@bindu_films). E così ci siamo presi una breve pausa dalle immagini terribili che la guerra in Ucraina ci consegna.
Basata sul best seller di Silvia Zucca, Guida astrologica per cuori infranti è esattamente questo: un piccolo e sottovalutato miracolo di serie italiana con cui staccare dal resto del mondo. Un intervallo leggerezza, anche se suona come il claim di uno snack. Un «guilty pleasure» fatto bene, per dirlo alla Emily Nussbaum, la critica televisiva più autorevole sulla faccia della Terra nonché firma del New Yorker. Certo, è anche uno spaccato dei trentenni di oggi tra senso di fallimento, perdita della rotta, nuovi inizi tardivi, relazioni complicate. Volendo, è persino un incrocio riuscito tra Bridget Jones e New Girl. Ma più di tutto, in questo preciso momento storico, è una parentesi.
I sei nuovi episodi, da mezz’ora l’uno, che si guardano in una notte perché hanno ritmo e vanno via come caramelle gommose, riprendono la trama esattamente da dove si era fermata il 27 ottobre 2021: primo agognato bacio tra Alice e Davide, stacco, lei che vede lui tra le braccia di un’altra, stacco, lei che si allontana a passo spedito sulle note di Burning di Ginevra (la colonna sonora è p-a-z-z-e-s-c-a) in una Torino tirata pariginamente a lucido, stacco, titoli di coda. Dunque, si ricomincia da un chiarimento necessario tra i due, che tanto chiaro poi non è. Bisogna aspettare la quarta puntata e un viaggio nella capitale francese (eppure Torino sembra più bella) che li allontana dalla Dora Tv, l’emittente dove lavorano entrambi, e li avvicina. Sì, ma non abbastanza. Altrimenti come si arriva al minuto 32 su 33 del gran finale. Tira-e-molla, proprio come le caramelle gommose di cui sopra. Nel mezzo, piccole grandi certezze: Tio (Lorenzo Adorni), l’amico che dispensa perle e quadri astrali in crisi con il compagno di Tio (Alberto Malanchino), il quale, senza il camice del dottor Gabriel Kidane, avrebbe bisogno di un po’ più di pepe e di fortuna; Esther (Paola Costa), l’amica che dispensa cocktail e umanità alle prese con il ritorno al lavoro e una seconda inaspettata gravidanza; Carlo (Alberto Paradossi), l’ex fidanzato di Alice che è sempre più un disastro d’uomo. Insomma, questa seconda parte di Guida astrologica per cuori infranti riserva a ciascuno di loro bivi, scelte importanti, sgambetti delle stelle. Che ci sono sempre, ma forse un po’ più sullo sfondo rispetto alle prime sei puntate ed è meglio così. Del resto devono restare un escamotage narrativo.
Una mancanza (perdonabile). Come ne La Casa di Carta non c’è più stato un momento tanto forte quanto quello in cui i protagonisti intonano Bella ciao, anche in Guida astrologica per cuori infranti si avverte nelle nuove puntate l’assenza di una scena memorabile al pari di quella in cui Alice, ferma al semaforo sulla sua Fiat Panda da rottamare, intona You love it degli Electrocute mentre le si accosta un motociclista con il quale flirtare cantando. Se vi state domandando: e la scena in cui i protagonisti finalmente si mettono insieme, come vuole il codice di ogni rom-com, non è memorabile? La risposta è no, proprio perché ce la aspettiamo e, molto probabilmente, ce la siamo anche già immaginata con la stessa citazione di Jerry Maguire a cui ricorre Alice: «Mi avevi già convinta al ciao». Esattamente come questa serie.
vanityfair.it