Reflection: il film ucraino presentato a Venezia arriva al cinema con una serie di proiezioni gratuite

Reflection: il film ucraino presentato a Venezia arriva al cinema con una serie di proiezioni gratuite

Il film di Valentyn Vasjanovyč ambientato durante la guerra del Donbass del 2014 arriva in sala a Roma, Milano e Venezia in 3 proiezioni gratuite e in tutti i cinema dal 18 marzo

Lì dove la politica non riesce a fare la differenza, è l’arte a cercare una strada per unire le culture e sostenere un Paese in ginocchio. Da qui la decisione di riaccendere le luci su Reflection (Vidblysk), il film del regista ucraino Valentyn Vasjanovyč presentato in concorso alla 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia che sbarcherà al cinema grazie a tre proiezioni gratuite, una prevista lunedì 7 marzo alle 19.10 al Cinema Troisi di Roma, l’altra mercoledì 9 marzo alle 20 al Cinema Anteo di Milano e l’ultima giovedì 10 marzo alle 21 al Cinema Rossini di Venezia, introdotte rispettivamente dal Presidente della Biennale Roberto Cicutto, dal Direttore della Mostra Alberto Barbera e Federico Gironi.

L’iniziativa, sviluppata in collaborazione con il distributore italiano Wanted e le sale cinematografiche Troisi e Anteo, è un piccolo segno di solidarietà con i cineasti e tutto il popolo ucraino, rendendo omaggio a una storia cruda e intima ambientata durante la guerra del Donbass del 2014, in mezzo allo scontro diplomatico-militare tra Russia e Ucraina per il controllo della Crimea e del Donbass. Il film, che segue le vicessitudini del chirurgo ucraino Serhiy (Roman Lutskiy), catturato dalle forze militari russe durante la guerra del 2014 nel Donbass, arriverà, poi, in tutti i cinema a partire dal 18 marzo.

Tra i tanti temi affrontati in Reflection anche l’orrore e la violenza disumana della guerra – presenti anche nel precedente film di Vasjanovyč, Atlantis, vincitore del Premio per il miglior film della sezione Orizzonti alla Mostra di Venezia del 2019 -, e il viaggio personale di un uomo costretto ad assistere alla violenza e all’indifferenza verso la vita da parte degli invasori, faticando a tornare alla quotidianità per ricostruire il suo rapporto con la figlia e l’ex moglie. Vasjanovyč ha dichiarato recentemente che, per il momento, resterà a Kiev: «Voglio essere tra persone consapevoli della loro appartenenza etnica, culturale e politica. Voglio essere tra queste persone per acquisire esperienze importanti che mi aiuteranno a creare storie vere su di loro».

vanityfair.it

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