“Assassinio sul Nilo” censurato in alcuni Paesi Arabi a causa dell’attrice israeliana ex soldatessa

“Assassinio sul Nilo” censurato in alcuni Paesi Arabi a causa dell’attrice israeliana ex soldatessa

Dietro la drastica decisione di censurare il film ci sarebbe il passato militare della protagonista principale, Gal Gadot

È un ex soldato dell’esercito di occupazione sionista”: sarebbe la motivazione dietro la censura, da parte di alcuni Paesi Arabi, nei confronti di “Assassino sul Nilo”, l’ultimo film di Kenneth Branagh interpretato da Gal Gadot. Ed è proprio all’attrice che si riferiscono le frasi secondo le quali il film, se proiettato, “aprirebbe la strada alla normalizzazione culturale e artistica con Israele“.

“Assassinio sul Nilo” è l’adattamento cinematografico del celebre romanzo di Agatha Christie pubblicato nel 1937 e e considerato il secondo capitolo della trilogia che vede l’ispettore Hercule Poirot in viaggio prima in Egitto e poi nell’Europa Orientale.

Il film è appena uscito anche in Italia e dopo essere stato proiettato in Egitto e in altri Paesi Arabi sta suscitando polemiche e censure perché Gal Gadot, oltre a essere un’avvenente attrice, ex Miss Israele nel 2004, è un ex soldato dell’esercito israeliano, dove aveva assolto il servizio militare obbligatorio di due anni.

Il sito Al Monitor, che pubblica reportage e analisi da e sul Medio Oriente, riferisce che sui social media sarebbero stati postati tantissimi appelli per vietarne la proiezione. E anche secondo il quotidiano kuwaitiano Al-Qabas, la decisione di vietare il film è stata presa in seguito alle richieste emerse sui canali social.

Il Libano e il  Kuwait hanno vietato la proiezione del film, che è uscito nelle sale egiziane il 9 febbraio e il giorno dopo in quelle saudite. Per altro, nel 2017 il Kuwait aveva già vietato la proiezione di “Wonder Woman”, sempre con la stessa attrice.

Oggi, il film è stato ritirato anche dalla Tunisia, dopo le proteste di attivisti filo-palestinesi.

L’attrice principale di questo film è un’israeliana che è stata addestrata nell’esercito sionista e che sostiene la colonizzazione dei territori palestinesi” è stato dichiarato in riferimento alla cancellazione del film da parte delle autorità, a seguito dell’annuncio del ministero di una manifestazione di protestaprogrammata per oggi, davanti a un grande cinema di Tunisi.

Già nel 2021, un post della attrice aveva creato grosse polemiche: Gal si era detta addolorata perché “il suo Paese era in guerra” ma, come avevano fatto notare i commenti sotto il post, non aveva accennato alle violenze di Israele sulla popolazione palestinese.

“Questo è un circolo vizioso che dura da troppo tempo – continuava il post – Israele merita di vivere come una nazione libera e sicura, i nostri vicini meritano lo stesso. Prego per le vittime e le loro famiglie. Prego che finisca questa inimmaginabile ostilità, prego che i nostri leader trovino la soluzione in modo che possiamo vivere fianco a fianco in pace”. Per certo, si trattava di un messaggio con intenti conciliatori, ma per molti utenti era stato di parte, tanto che avevano già invitato a boicottare l’attrice.

La polemica nei confronti di “Assassino sul Nilo” era divampata sui media egiziani già all’uscita del suo trailer, a fine del 2021, perché interpretato non solo dall’attrice israeliana, ma anche da Armie Hammer: attore statunitense precedentemente accusato di violenza sessuale da un certo numero di donne nel 2019, anno di inizio delle riprese del film. Nei suoi confronti non è stata mossa alcuna accusa formale, ma la polizia di Los Angeles sta comunque indagando.

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