Candidato agli Oscar 2022 con sette nomination, tra cui miglior film, miglior regia e migliore sceneggiatura originale
Arriva nelle sale il 24 febbraio “Belfast” scritto e diretto dal candidato all’Oscar Kenneth Branagh.
Una storia divertente, tenera e intensamente personale dell’infanzia di un bambino durante il tumulto della fine degli anni ’60, nella città natale di Branagh. “E’il film più personale che abbia mai realizzato”, dice lo stesso regista, che aggiunge: “Parla di un posto e della gente che amo”. E’ un racconto di formazione di un bambino di nove anni in un mondo che si è improvvisamente capovolto. Il cast comprende la candidata al Golden Globe Caitríona Balfe, il premio Oscar Judi Dench, Jamie Dornan, Ciarán Hinds e il giovanissimo esordiente, di appena dieci anni, Jude Hill.
Sette le candidature agli Oscar, tra cui miglior film, miglior regia e migliore sceneggiatura originale e 6 ai BAFTA (i premi del cinema britannico). Film autobiografico racconta un momento storico visto con gli occhi di un bambino di dieci anni: “Una versione immaginaria di me stesso“, dice Branagh e quel “me stesso” è proprio lui, cresciuto come il protagonista del film, Buddy, nel quartiere operaio di North Belfast. “La storia della mia infanzia che ha ispirato il film, è diventata la storia di tutti, quando un bambino passa all’età adulta e perde la sua innocenza…”.
Il film è girato in bianco e nero dal direttore della fotografia di Branagh, Haris Zambarloukos: “Sono cresciuto con film sia a colori che in bianco e nero”, dice Branagh “e poi c’era quello che ho imparato a chiamare ‘Hollywood in bianco e nero’, una specie di bianco e nero vellutato, setoso, satinato in cui tutti sembravano più affascinanti. Era quello che volevo usare perché un bambino di nove anni può vedere i suoi genitori tremendamente affascinanti, e fa sì che tutto appare più grande.
Scritto durante il primo blocco per la pandemia del 2020 del film Branagh dice: “Alcune circostanze della storia riflettono e risuonano con le preoccupazioni attuali riguardo alla pandemia: confinamento e preoccupazione per la sicurezza di sé stessi e della propria famiglia”. Il casting e la pre-produzione si sono svolti nell’estate, e il film è stato uno dei primi a poter iniziare le riprese, in location in Irlanda del Nord e in Inghilterra.
La scelta più importante del casting è stata per Buddy, il bambino di nove anni che appare in quasi tutte le scene e il cui punto di vista e la cui immaginazione sono al centro del film.
“Ho sempre trovato qualcosa di molto avvincente nel vedere grandi attori bambini presentare quel momento della vita in cui devi “mettere via le cose infantili”, come dice il reverendo nel nostro film”, afferma Branagh. “In Jude Hill”, dice Branagh, “abbiamo trovato un ragazzo il cui talento era pronto a sbocciare, ma che amava ancora divertirsi come i bambini della sua età. Per lui era importante giocare a calcio quanto fare il film: ed è quel che volevamo. Allo stesso tempo, era sempre molto concentrato sul lavoro, molto preparato e molto aperto. A lui ho chiesto una combinazione curiosa: che fosse sé stesso, e che apportasse tutte le piccole sfumature alla performance che desideravo. E lo ha fatto. Ha una straordinaria apertura mentale, ed è così naturale davanti alla telecamera che a volte era difficile credere che questo fosse il suo primo film”.
La trama – Nell’estate del 1969 Buddy, un bambino di quasi dieci anni, sa esattamente chi è e da dove viene. È figlio della classe operaia di North Belfast, felice, amato e al sicuro. Il mondo di Buddy è una vita vissuta in strada divertendosi, nel cuore di una comunità unita e solidale. E’ qui che vive la sua famiglia numerosa, nella stessa strada, e dove è impossibile perdersi perché a Belfast si conoscono tutti, o almeno così sembra. Nel tempo libero Buddy si immerge nell’ombra di un cinema o davanti alla televisione, a guardare i film e la TV americana per lasciarsi trasportare nel mondo dei sogni.
Ma mentre gli anni ’60 volgono al termine, e l’uomo muove i primi passi sulla Luna, gli ultimi giorni di agosto trasformano i sogni dell’infanzia di Buddy in un incubo. Il latente malcontento sociale esplode improvvisamente, e si intensifica con grande rapidità. Prima un attacco mascherato, poi una rivolta e infine un conflitto in tutta la città, con la religione che alimenta le fiamme. Cattolici e protestanti, amorevoli vicini solo un istante prima, diventano nemici mortali.
Per lui tutto cambia: sua madre fatica a farcela, e suo padre lavora in Inghilterra cercando di guadagnare abbastanza soldi per sostenere la famiglia. Regna la legge vigilante, le vite degli innocenti sono minacciate. Buddy sa cosa aspettarsi dai suoi eroi – ha passato ore davanti a western come Mezzogiorno di fuoco e L’omo che uccise Liberty Valance – ma suo padre può essere veramente l’eroe di cui ha bisogno? Sua madre sacrificherà il suo passato per proteggere il futuro della sua famiglia? Come possono essere messi al sicuro i suoi tanto amati nonni? E come può continuare ad amare la ragazza dei suoi sogni? Le risposte si trovano nel viaggio avvincente, divertente, toccante e straziante di Buddy attraverso le rivolte, la violenza, la gioia e la disperazione dei rapporti familiari e l’agonia del primo amore; il tutto accompagnato da danze, musica e risate che solo gli irlandesi possono raccogliere quando il mondo si capovolge.
Perché cos’altro può fare Buddy? Questo è il suo unico mondo. Questa è Belfast.
Dietro la macchina da presa ci sono molti consueti collaboratori di Branagh, tra cui lo scenografo Jim Clay, il direttore della fotografia Haris Zambarloukos, la hair and make-up artist Wakana Yoshihara, la montatrice Úna Ní Dhonghaíle, la costumista Charlotte Walker e le direttrici del casting Lucy Bevan ed Emily Brockman. Musiche ad opera della leggenda di Belfast, Van Morrison.