Era da anni che Dario Argento aveva in testa un film come Occhiali neri ma, per via di alcuni problemi con il suo produttore dell’epoca, il progetto fu messo in stand-by permettendo al regista di dedicarsi ad altro. È stato Asia a rintuzzare la memoria del padre su quella pellicola ancora in fase embrionale suggerendogli di rimetterci mano e di girarla ai giorni nostri nonostante la sceneggiatura fosse ambientata negli anni Novanta, e Dario Argento, che è uomo zelante e attento ai consigli, le ha dato retta. Occhiali neri, che arriva al cinema il 24 febbraio, a dieci anni dal poco fortunato Dracula 3D, segna il ritorno del re dell’horror in sala attraverso un thriller molto classico che abbandona il filone magico ricordandoci che i mostri più oscuri e più terribili non hanno la residenza nelle fiabe, ma nel mondo reale. Il film, che parte con un’eclissi di Sole in una torrida giornata d’estate – un chiaro omaggio ad Antonioni -, ci introduce subito la storia di Diana, una giovane escort romana brillantemente interpretata da Ilenia Pastorelli che finisce nel mirino di un killer che terrorizza le prostitute della Capitale strangolandole in piena notte.
Per sfuggire al suo aggressore, Diana va a schiantarsi contro una macchina, perdendo la vista. Dallo choc, la ragazza riemerge decisa a combattere per la sopravvivenza insieme a Rita (Asia Argento), l’assistente che la aiuterà ad adattarsi alla sua nuova condizione; a Nerea, il cane lupo che la scorterà nei suoi spostamenti, e a Chin, il bambino cinese sopravvissuto all’incidente che diventerà per Diana un amico fidato capace di proteggerla e di vegliare su di lei. Una cosa che di certo non guasterà, visto che il killer ha intenzione di finire quello che ha iniziato dando la caccia a Diana, pronta a fare qualsiasi cosa per sfuggire alla sua presa. La regia di Dario Argento ci guida in questa fuga ricalcando neanche troppo alla lontana lo snodo principale di Gloria di Cassavetes e i classici gialli degli anni Novanta.
Qualcuno rimprovera ad Occhiali neri una sceneggiatura a tratti troppo forzata e i continui indugi della macchina da prese su ferite, sangue vivo e lamenti che diversi personaggi affronteranno durante il film, ma si tratta di una critica ingiusta. Occhiali neri è in piena continuità con l’opera di Argento perché contiene ancora tutto il potenziale espressivo del maestro e quella voglia di coinvolgere lo spettatore nel viaggio fisico ed emotivo di una giovane donna che ha bisogno di ripararsi dal mondo indossando un paio di occhiali scuri per proteggere la sua fragilità e la sua umanità. Il risultato è un thriller nel senso più puro del termine, un po’ prevedibile nello sviluppo, ma sempre impreziosito dalla regia di Argento e dalle presenze fidate che ha scelto di coinvolgere anche stavolta, come il responsabile degli effetti visivi Sergio Stivaletti. E questo è meraviglioso. Il film è prodotto da Urania Pictures e Getaway Films in collaborazione con Rai Cinema, Canal+, Cine+ e Sky. Il distributore è Vision Distribution.
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