Fedez e il suo doppio, entrambi di marmo. Da oggi e fino al 4 aprile vi guardano al termine della prima rampa dello Scalone d’Onore della Triennale di Milano e un po’ di soggezione la infondono. Da vicino i due busti su colonna sono in vivace dialogo tra loro: quello scuro ha il volto arrabbiato e accusatorio, l’altro è compiaciuto e dà baci al mondo. Entrambi sono Fedez: Il pessimista narcisista o Il narcisista pessimista, l’opera è doppia fin nel titolo ed stata ideata da Francesco Vezzoli, artistar amico dei Ferragnez (ha ritratto Chiara Ferragni come una Madonna per Vanity Fair Italia, ha già firmato la cover di Mille, il tormentone by Orietta Berti, Fedez e Achille Lauro).
«L’opera nasce da un’amicizia – racconta Vezzoli – ed è nata, per usare una parola molto amata oggi, in modo fluido». Fotografata in uno scatto di Delfino Sisto Legnani, l’opera è sulla cover di Disumano, il nuovo album di Fedez.
In Triennale vediamo invece l’originale, tridimensionale e doppio Fedez, che si concede anche una battuta: «Il titolo del lavoro è nato da una frase del mio psichiatra che ha visto in me questi due aspetti». Il 4 aprile, spiega Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano, l’opera d’arte – e con Vezzoli si parla sempre di cifre notevoli – sarà messa all’asta in collaborazione con Sotheby’s Italia: i proventi della vendita saranno interamente devoluti alla Fondazione TOG Together to go, insieme a parte del ricavato dell’album di Fedez Disumano, per la costruzione della nuova sede della onlus in via Livigno a Milano.
Ma vediamoli un po’ da vicino questi due Fedez. Lo stile è quello cui Francesco Vezzoli ci ha abituato in questi anni: l’artista prende l’estetica classica, la statuaria più tradizionale come quella romana o quella barocca e la plasma sui volti del presente, attingendo al campionario di arte varia dello star system mondiale. In questa doppia scultura legata a Fedez torna a riflettere sul potere, anzi sul culto della celebrità, sulle derive e i pericoli del narcisismo e anche di un certo pessimismo catastrofico che spesso domina sui social. «Ma in fondo, a dirla tutta, sono io il più narcisista tra i due e per fortuna perché se con l’età che avanza diventassi anche il più pessimista sarebbe un problema – commenta ridendo Vezzoli -. Una buona dose di narcisismo serve per esprimere la propria arte ma è necessaria anche la volontà di mettersi in discussione e Fedez ha questa grande capacità. Non a caso i Ferragnez sono una delle poche cose che succedono in Italia: sono in grado, comunque la si pensi, di catalizzare l’attenzione e di polarizzare il dibattito, non lasciano mai indifferenti».
Fedez indifferente non lo è di certo e quando – complice La Pina di Radio DJ – è venuto a conoscenza della realtà e del valore di TOG, ha scelto subito di dare una mano: «Mi sono domandato: come può un’uscita discografica attorno alla quale c’è sempre tanto clamore essere propedeutica a qualcosa di benefico? Con Disumano accendiamo i riflettori su tutto quello che sostiene TOG: parliamo di una fondazione con una specializzazione di alta levatura nella riabilitazione dei bambini affetti da patologie neurologichecomplesse, in particolare paralisi cerebrali infantile e sindromi genetiche con ritardo mentale, un vero fiore all’occhiello del nostro Paese. Vogliamo non solo offrire a TOG un aiuto economico in un momento come questo in cui tutti i cantieri edili hanno difficoltà a reperire materiali e i prezzi delle materie prime sono alle stelle, ma vogliamo anche tenere alta l’attenzione su ciò che la fondazione fa per i pazienti e le loro famiglie».
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