Icona del Brasile, i suoi brani hanno difeso neri e donne e affrontato temi scomodi come la fame e la morte. Il celebre trombettista della Louisiana, morto nel 1971, rimase affascinato dal timbro della sua voce
Voce inconfondibile, caratteristici i suoi capelli, Elza Soares è morta a 91 anni a Rio de Janeiro. Determinata, estremamente versatile con una forte personalità: la diva nera della canzone brasiliana si è fatta strada nonostante le poche certezze economiche. Nata da una famiglia povera, Soares consacrerà, passo dopo passo, una carriera di 60 anni che la porterà a esibirsi negli ambienti più disparati: dalla favela di Água Santa, alle periferie di Rio, dove è cresciuta, alle grandi metropoli del mondo. Samba, jazz, bossa nova e persino il rock troveranno riparo nella sua voce roca. La stessa voce che agli inizi di carriera si pensava fosse “problematica”.
Proprio come la sua carriera, anche la vita personale di Elza Soares ha alternato gioie a drammi. Ebbe una storia d’amore con Garrincha, poco “digerita” dal pubblico per via della dipendenza dall’alcol del calciatore. Costretta a sposarsi a 12 anni, dietro abusi e violenze, è diventata madre l’anno successivo. A 21 era già vedova. Otto figli – uno di loro è morto per fame e una delle figlie fu rapita e ritrovata 30 anni dopo.
In seria difficoltà finanziaria, nel 1953 decise di partecipare a un programma musicale radiofonico. Il presentatore, prendendola in giro, disse: “Da quale pianeta vieni?”. Lei rispose: “Dal pianeta della fame”. Dopo l’esibizione i toni cambiarono: “Signore e signori, è nata una stella”. Andò proprio così.
Durante la Coppa del Mondo FIFA in Cile nel 1962, Elza era presente in qualità di madrina di un team, Louis Armstrong rimase affascinato dalla sua voce a tal punto da dire: “Ha un sassofono in gola”. 36 album pubblicati, nel 1984 Soares incise “Lingua” con Caetano Veloso.
Nel 1999 BBC la incoronò come la “cantante brasiliana del millennio”. All’apertura dei Giochi Panamericani di Rio nel 2007, Soares eseguì a cappella l’inno nazionale brasiliano. Con l’uscita dell’album “A Mulher do Fim do Mundo” (“La donna alla fine del mondo”, 2015) anche le nuove generazioni conobbero un’icona senza tempo. Con “Deus É Mulher” (“Dio è una donna”, 2018) la cantante si mostrò seduta, a seguito di ripetute operazioni alla schiena che le ridussero la mobilità. Ma il suo entusiasmo non fu compromesso: “I miei anni non hanno niente a che vedere con la mia energia”.