La seconda stagione di Euforia arriva il 10 gennaio su Sky, e con lei torna anche Rue con il cui ruolo l’attrice ha detto di aver passato momenti terribili
Era il 2019 quando arrivò sul piccolo schermo la prima stagione di Euphoria. Cruda, dura, drastica, tormentata. Una serie che ha scosso genitori di ogni parte del mondo, ma che, dall’altra parte, ha colpito il cuore e l’animo di milioni di giovani che, in quei drammi, sono riusciti a riconoscersi. Parlare di adolescenza non è mai semplice e il successo di Euphoria potrebbe essere stato proprio quello di aver avuto il coraggio di toccare le tematiche più scomode, quelle che, fino a poco tempo fa, si sussurravano per timore.
Quello che vediamo quotidianamente nel mondo reale e quello che ci viene mostrato dalla stessa serie tv, realizzata dal regista Sam Levinson, non è altro che l’immagine di una nuova generazione che da davvero importanza al mondo e vive con il suo peso. E, per alcuni, questo risulta insostenibile.
Tra tossicodipendenza, depressione, ossessione per i social, violenze e bullismo, la serie che ha sconvolto, da una parte, e unito, dall’altra, torna a raccontare i drammi dei giovani nella loro totale vera crudezza. Nella storia torna anche Zendaya, vincitrice di un Emmy per questo ruolo, che non hai mai nascosto le difficoltà nel dover rappresentare temi così cupi. «La serie ha momenti molto alti e divertenti, più che nella prima stagione, ma ci sono sequenze dure, non è uno spettacolo facile da guardare. Per questo era fondamentale che ci fosse speranza, empatia e redenzione nel retro della mia mente ogni volta che mi approcciavo al personaggio di Rue. Avevo paura di affrontare certi episodi, in particolare quelli che riguardano la dipendenza. Mentre reciti, il corpo non sa che quello che stai vivendo non è reale; il mio cervello può continuare a mandargli messaggi per dire “è finzione”, ma il corpo prova quello che prova e questo, a lungo andare, ti rende esausta. Rue è un personaggio complicato, ci sono scene per cui non ci si può preparare. Le scene più dure le ho girate appena tornata dalla Mostra del cinema di Venezia dove avevamo presentato Dune, sono rientrata negli Stati Uniti e il giorno dopo ero sul set, non ho avuto tempo per ragionarci. Devo molto alla nostra troupe: spesso, se piango durante una sequenza, poi mi rendo conto che c’è almeno una dozzina di altre persone sul set che sta piangendo con me. Non ti senti sola».
La seconda stagione, su Sky e Now a partire dal 10 gennaio, si apre con la notte di Capodanno. Festa, musica, alcol, droga. Ma l’eccessiva evasione nasconde solamente solitudine e tormenti di ogni personaggio. «Euphoria affronta il dolore e l’oscurità interiore, la serie non vuole assolutamente dare lezioni di vita, piuttosto è un racconto per condividere i momenti difficili e farci sentire meno soli», racconta Zendaya. L’attesa di questo secondo capitolo è stata prolungata a causa dell’emergenza sanitaria, ma secondo l’attrice – ora al cinema con Spider-man – il periodo di pausa è stato indispensabile per distaccarsi da quel mondo e poterlo incontrare nuovamente con meno timore: «Guardando in retrospettiva sono grata del fatto di essere riuscita a uscire un po’ dalla testa di Rue: la prima stagione è stata tosta, c’era molta pressione».
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