Capelli scuri, sguardo intenso, figura longilinea, April Ashley è stata la prima modella e attrice transgender di fama internazionale, protagonista della Swinging London degli Anni 60, poi attivista per i diritti delle persone trans, persino premiata dalla regina Elisabetta II con la medaglia dell’Ordine dell’Impero britannico. Dopo una vita intensa, April Ashley si è spenta all’età di 86 anni, il 27 dicembre 2021 nella sua Londra dopo un lungo periodo di auto-esilio. La sua vita, la sua storia, quello che Ashley ha significato per i diritti delle persone trans, aprendo la via nella moda a modelle come Valentina Sampaio, valgono la pena di essere ripercorse.
April Ashley nasce il 29 aprile 1935 a Liverpool, figlia di padre cattolico e madre protestante, sorella di altri cinque fratelli. Da adolescente entra nella Marina Mercantile, ma viene congedata poco dopo. Di quel periodo Ashley ha parlato nel suo libro di memorie del 2006, First Lady, raccontando dello stupro subito per mano del suo compagno di stanza e delle conseguenze riportate a livello fisico e psicologico. In quegli anni soffre di depressione e, dopo alcuni tentativi di suicidio, trascorre un periodo in manicomio, fino al 1957 quando si trasferisce a Parigi. Lì riesce finalmente a trovare una dimensione più congeniale e comincia a lavorare esibendosi al nightclub Le Carrousel, locale famoso per gli spettacolo di drag queen.
A 25 anni, dopo aver messo da parte la somma sufficiente, Ashley vola in Marocco, a Casablanca, per sottoporsi a un intervento di riassegnazione del sesso. Dopo l’operazione torna a Londra e avvia la sua carriera di modella, tra sfilate e servizi fotografici di alcuni dei nomi più importanti dell’epoca, da Brian Duffey e Richard Dormer a Terence Donovan. La moda riconosce e acclama April Ashley, che racconta: “Sapevano tutti della mia operazione, sapevano tutti chi ero. A nessuno dei fotografi fregava niente del mio passato. Mi volevano nel loro portafoglio e basta”. Uno dei momenti più alti della sua carriera arriva quando conquista la copertina di Vogue, scattata da David Bailey e nel 1962 recitando nel film Astronauti per forza (1962, Road to Hong Kong) con Bob Hope, Bing Crosby e Joan Collins.
La sua vita non fu comunque priva di discriminazioni, nel 1961 il Sunday People pubblicò come uno scoop il fatto che Ashley fosse transgender e, se da un lato questo la escluse da alcune opportunità, dall’altro divenne una delle personalità più richieste e note della Swinging London. Nel 1963 April Ashley coronò il suo sogno d’amore sposando l’aristocratico Arthur Cameron Corbett a Gibilterra.
Il matrimonio venne annullato nel 1970 con il pretesto che Ashley fosse nata uomo e, anche successivamente, l’esito della sentenza fu utilizzato come base per negare ai cittadini transessuali il diritti civile al matrimonio. Dopo la fine della sua relazione, Ashley decide così di emigrare negli Stati Uniti e si trasferisce sulla West Coast per un lunghissimo auto-esilio. Torna nella sua amata Londra solo nel 2005, quando la Gran Bretagna ha promulgato il Gender Recognition Act e anche Ashley è stata ufficialmente riconosciuta come donna. I suoi sforzi come attivista per i diritti delle persone transgender le sono valsi la massima onorificenza del Regno Unito, la medaglia dell’Ordine dell’Impero britannico, consegnata dalla regina Elisabetta nel 2012.
Elle.com