Ha oltre 150 anni, ma la ragazzina coraggiosa che attraversa il Paese delle Meraviglie è la protagonista dello show del momento. Lei, più di ogni altra fiaba, incarna il desiderio di sognare, imparare e sentirci finalmente al sicuro
Biancaneve, Cenerentola, Cappuccetto Rosso sono tra le favole più amate, e non passeranno mai di moda. Ma ce n’è una che, nel 21° secolo, è diventata un fenomeno globale e un mito moderno per il pubblico più adulto: Alice nel Paese delle Meraviglie, scritta nel 1865 da Lewis Carroll. Da allora, lei e il suo pazzo mondo di allucinazioni, fatto di Cappellai Matti, Brucaliffi, Regine di Cuori e Bianconigli, sono stati d’ispirazione per dipinti, canzoni, scatti fotografici, collezioni di fashion designer, influenzando addirittura un manga, Alice in Borderland, un videogioco e la sua omonima serie tv su Netflix.
La mostra a Londra
Tutto questo viene raccontato nella mostra monografica Alice: Curiouser and Curiouser, inaugurata da Kate Middleton al Victoria & Albert Museum di Londra (fino al 31 dicembre, vam.ac.uk). Un viaggio fantastico che si snoda in 5 sezioni, per un totale di oltre 300 oggetti iconici, a partire da una foto della vera Alice (Alice Liddell), la bambina a cui lo scrittore si ispirò, fino alle prime edizioni illustrate e all’opera di Salvador Dalì Mad Tea Party.
Ma perché proprio questa fiaba ha stimolato così tante menti creative? La risposta arriva da Kate Bailey, curatrice della mostra londinese. «Alice incoraggia a farsi domande, a esplorare, imparare e sognare. E così viene naturale identificarsi con lei». E oggi è, ancora di più, il suo momento di gloria.
Lo spettacolo a Milano
Lo spettacolo di nouveau cirque Alice! in Wonderland ha appena debuttato a La Fabbrica del Vapore di Milano, in anteprima mondiale, prima di partire per un tour che lo porterà in Francia, Olanda, Germania, Canada e Stati Uniti (aliceinwonderland.it). Una produzione stratosferica, che non vuole passare inosservata: Elisa è la voce del brano di punta dello show e sono stati coinvolti i più grandi professionisti dell’industria dell’entertainment mondiale, tra sceneggiatori, acrobati e costumisti. Ma questa non è l’unica versione teatrale della fiaba di Carroll: la Compagnia delle Formiche, specializzata in musical, ne ha fatto la sua punta di diamante.
Le nuove edizioni illustrate di Alice nel Paese delle Meraviglie
Dal palcoscenico alle pagine dei libri. Le case editrici continuano a sfornare senza sosta nuove edizioni illustrate (vedi le ultime pubblicate da L’Ippocampo in collaborazione con l’artista Benjamin Lacombe, ma anche con il duo MinaLima). Per la felicità dei collezionisti come Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, che in un’intervista ha detto di possedere ben 35 versioni illustrate della favola.
«Alice nel Paese delle Meraviglie incarna il nostro presente» spiega Alice Avallone, etnografa digitale, ricercatrice dell’Osservatorio Be Unsocial e docente di Data Humanism alla Scuola Holden di Torino. «È la nostra lotta di bambini per sopravvivere nel confuso mondo degli adulti, ancora più instabile adesso. Tanti, dopo l’esperienza dei lockdown e a causa del pandemic stress, hanno un rinnovato bisogno di fuggire dalla realtà grazie a prodotti culturali che permettano loro di catapultarsi in un universo diverso. Meglio ancora se si tratta di mondi narrativi conosciuti già dall’infanzia, molto più rassicuranti. Le favole, consumate da adulti, creano uno spazio sicuro tra le emozioni, e le persone le possono usare per rielaborare le proprie paure».
Alice, eroina femminista
Al passo con i tempi è anche la lettura di Alice come eroina femminista. È stato il film Alice in Wonderland di Tim Burton a sdoganare, nel 2010, questa interpretazione: il regista, infatti, aveva scelto una lettura più adulta della fiaba con una protagonista 19enne che rifiuta il matrimonio combinato dalla famiglia con un lord inglese. «Alice è la rappresentazione di una giovane coraggiosa e indipendente, che esce dalla sua comfort zone» continua Avallone. «Ha un forte senso di giustizia e cerca con razionalità la verità in un mondo sottosopra. Incontra creature molto diverse da lei e ogni volta impara a relazionarsi con loro ed esplora territori sconosciuti senza particolari timori. Ci piace perché vive con un’apparente leggerezza, che nasconde in realtà una profondità d’animo unica e una grande capacità di rimettersi in gioco davanti a continue sfide: ecco perché tutti, in qualche modo, ci ritroviamo in lei».
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