Le avrà anche fatto guadagnare l’unico Premio Oscar della sua carriera (finora, ovviamente), ma The Hours è stato per Nicole Kidman uno dei periodi più bui della sua vita. Nei panni di Virginia Woolf ha infatti acuito il senso di perdita dopo il divorzio da Tom Cruise, nel 2001.
L’attrice 54enne aveva diviso 11 anni di matrimonio con il collega e star di Mission: Impossible e superare la rottura l’ha letteralmente mandata in frantumi. A due decenni da quegli eventi, la diva australiana ripercorre quei momenti delicatissimi, soprattutto perché il personaggio aveva pensieri suicidi (poi attuati) e questo l’ha portata a soffrire di depressione. D’altronde lei stessa ha rifiutato la controfigura nella scena della morte, sottoponendosi ad un ulteriore stress emotivo, come ha rivelato in un’intervista a BBC Radio 4 nel programma This cultural life. La partecipazione fa parte della promozione del nuovo film, il biopic Being the Ricardos con Javier Bardem (disponibile su Amazon Prime Video), che la vede protagonista nei panni di Lucille Ball.
«Non ricordo – ha rivelato ai microfoni della trasmissione – se ho davvero pensato al pericolo della situazione, ero totalmente presa dal personaggio». E poi ha descritto il momento del ciak: «Ho messo i sassi in tasca e mi sono incamminata verso il fiume. Una volta e poi un’altra e un’altra ancora. Non mi sembrava evidentemente pericoloso abbastanza».
La ragione la conosce benissimo, come spiega subito dopo: «La depressione: non sentivo più il corpo come mio», «è come se avessi lasciato davvero che Virginia prendesse il sopravvento, perché in quel momento ero una porta aperta. E il regista (Stephen Daldry, ndr.) è stato molto attento nei miei confronti perché sapeva tutto».
In uno degli ultimi progetti, la serie Nine perfect strangers (su Amazon Prime Video) l’attrice affronta proprio il tema della salute mentale, declinata in una serie di casi clinici di una clinica dai metodi poco ortodossi. Prima ancora, comunque, ha collezionato ruoli di donne che hanno sofferto di traumi fisici e psicologici, nelle serie Big Little Lies e The Undoing (entrambe su NOW), Durante il podcast WTF con Marc Maron aveva detto che le era stato impossibile lasciare quell’inquietudine sul set: «Mi sono ammalata davvero – ha rivelato – e questo è una delle conseguenze maggiori del lavoro d’attore. Per una settimana il mio sistema immunitario si è rifiutato di riconoscere la differenza tra la recitazione e la realtà». L’esperienza non aiuta? A quanto pare no: «Non ho ancora imparato una tecnica – spiega – capace d’insegnare al mio cervello e al mio corpo che si tratta di finzione e né ho capito come liberarmi da tutto questo. Niente da fare: fare a casa, ma non dormo belle e non mi sento bene se quello che interpreto m’inquieta».
Non è la prima volta, infatti, che l’attrice, felicemente sposata con il musicista Keith Urban ormai da 15 anni (insieme hanno due bambine, Sunday, 13, e Faith, 11, nata da gestazione per altri), parla delle prime nozze. Subito dopo il divorzio aveva rivelato a Who magazine che l’unione «non funzionava e ho dovuto scavare a fondo e farmi strada attraverso la depressione. Non che abbia rimpianti, fa parte della crescita».
La vita, anche dopo, l’ha messa a dura prova con vari aborti e una gravidanza extrauterina, portandola prima ad adottare due figli con Cruise (Isabella e Connor, 29 e 26 anni) e poi, con il secondo marito, a sottoporsi a vari trattamenti per la fertilità. E, dopo i vari tentativi andati a vuoto, la depressione è tornata, al punto da non pensare mai più di poter partorire e invece è arrivato quello che chiama «il miracolo». Aveva detto di averne voluti dieci di piccole gioie simili, in giro per casa, ma il destino le ha fatto prendere un’altra strada e oggi si dice felicissima dei sei nipotini, oltre al fatto di essere la madrina orgogliosa di dodici bambini.
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