Ellen Pompeo fa parte di quella categoria di attori che si potrebbe definire – con un gergo poco tecnico – «miracolati». Sono, in pratica, artisti (magari anche dotati di talento) del tutto ignorati da qualsiasi addetto ai lavori, ma poi d’improvviso qualcuno dà loro una chance in un progetto all’apparenza marginale, piccolo, irrilevante. Per una serie di fortuite circostanze, però, quel lavoro si trasforma nel titolo del momento e il conto in banca del suddetto attore lievita fino quasi a scoppiare, se mai fosse possibile.
Questa storia la conosce bene la 52enne Ellen Pompeo, che la Re Mida della TV Shonda Rhimes ha toccato con il ruolo di Meredith Grey nella serie – inizialmente tappabuchi di palinsesto, mid-season – Grey’s Anatomy (la stagione 18 è attualmente disponibile su Disney+, con i nuovi episodi in arrivo a gennaio). E oggi, dopo vent’anni, siamo ancora qui tutti a parlarne.
Nella classifica di Forbes delle attrici più pagate del piccolo schermo nel 2020 la Pompeo si è guadagnata l’ottavo posto, con un patrimonio di 19 milioni e un contratto rinnovato nel 2017 che le fa guadagnare per ogni episodio della serie la cifra record di 550 mila dollari, a cui si aggiungono 6 milioni di dollari l’anno per i guadagni della messa in onda negli altri Paesi del mondo.
A questo punto, però, l’interprete della dottoressa Grey ne ha più che abbastanza. Ecco perché si sta già dedicando ad altro, come alla sua compagnia Betr Remedies (una start up che lavora con organizzazioni no profit per non sprecare medicine inutilizzate ma con prescrizione), e durante un’intervista a Insider ha dichiarato di portare avanti una specie di crociata per la chiusura della serie: «Mi sto concentrando – parole sue – nel tentativo di convincere tutti che dovrebbe finire». I colleghi, con conti in banca meno ricchi, fanno resistenza (comprensibilmente). «Mi sento quella naive che continua a chiedersi: ‘Che storie racconteremo?’. E tutti gli altri rispondono: ‘Chi se ne frega, Ellen? Stiamo facendo milioni su milioni di dollari’».
L’attrice lo dice come se a lei di tutto quel denaro proprio non importasse nulla, come se in passato non avesse rinegoziato il contratto fino allo sfinimento per un importo più vantaggioso, anche a costo di far chiudere la serie. Non che la si condanni, è chiaro: fa i propri interessi in un campo che dopotutto è un business (dell’intrattenimento, ma pur sempre un business). Ma dichiarazioni del genere lasciano intendere che lei sia l’unica ad avere a cuore l’alto fine artistico della serie mentre tutti gli altri si concentrano sul vile denaro. Non sarà la Santa patrona della coerenza, ma ha la fortuna sfacciata di essere ancora amatissima dal pubblico del medical drama e, almeno fino a che dura, avrà lei il coltello – anzi il bisturi – dalla parte del manico.
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