Un colpo di fulmine. La voce di Enrico Caruso usciva dall’imbuto del grammofono di casa con un do di petto che saliva, saliva, saliva. «Avevo 10 anni. Provai un’emozione intensa. In casa erano tutti musicisti. Mamma concertista, papà pianista e violinista. Nonno suonava il violoncello. Posso dire che quell’incontro ha segnato tutta la mia vita». La bambina di allora è Marisa Laurito che il 25 dicembre condurrà su Rai1 una «serata d’onore» dedicata al grande tenore napoletano (1873-1921) dal Teatro Trianon Viviani di cui è direttrice. Una seconda «serata d’onore» è in programma il primo gennaio, dedicata a Sergio Bruni (1921-2003), «severo maestro della canzone melodica». Ride: «Ho inciso con lui il primo disco. Se oggi ho la voce rauca, è anche a causa sua. Mi ripeteva: bel lavoro, Marisa, ma quella nota… La rifacemmo non so quante volte. Cercava la perfezione. Come i grandi. Come Eduardo, con cui ho iniziato a fare teatro».
L’occasione del doppio show è un doppio centenario. Il centenario della morte per Caruso, della nascita per Bruni. «Caruso è stato un interprete eccezionale della lirica e un precursore del Made in Italy. Ha inciso oltre mille canzoni e ha aiutato le imprese italiane a mettere le radici negli Stati Uniti. Diceva: raccontate pure, se volete, che sono un tenore mediocre, ma non che sono un cuoco scadente. Quando Bruni, anni dopo, andò a cantare alla Carnegie Hall di New York i giornali scrissero che era arrivato l’erede di Enrico Caruso».
Vite in qualche modo parallele. «Caruso amava le donne e dalle donne è stato molto amato. Ma visse un unico grande amore con il soprano Ada Botti Giachetti, sposata e madre. Dalla lunga relazione nacquero due figli. “Core ‘ngrato” fu ispirata dal dolore per la separazione». Ospiti dello show saranno Lina Sastri, Nicholas Ceragioli, Andrea Bocelli. Jonas Kaufmann, Cecilia Gasdia, Il Volo, Vittorio Grigolo, Daniel Oren. Mauro Gioia canterà «Because», cavallo di battaglia americano, mentre Ron ricorderà quando Lucio Dalla scrisse «Caruso».
Marisa Laurito, che è in tour con la pièce «Così parlò Bellavista» insieme a Geppy Gleijeses e Benedetto Casillo, racconta l’esperienza di direttrice del Teatro Trianon con entusiasmo. «Tra l’altro, stiamo avviando il più grande archivio esistente della canzone napoletana: ottantamila brani che vengono dall’archivio sonoro della Rai e oltre centomila pezzi digitalizzati. Un omaggio a una città con l’anima in cammino che neanche durante la pandemia ha smesso di guardare avanti».
Paolo Baldini, corriere.it