I Duchi di Sussex hanno trascorso la festa del Ringraziamento nella loro casa in California ed è stata Meghan Markle a preparare il tacchino. Lo aveva confessato la stessa ex attrice a Ellen DeGeneres, che si è autoinvitata da loro
Meghan Markle è una persona che tiene molto alle tradizioni. Almeno quelle del suo paese natio. E vuole che anche i suoi figli, benché britannici per il 50%, crescano nel rispetto di quelle tradizioni. Ecco perché anche i Duchi di Sussex hanno festeggiato il Thanksgiving Day, con tanto di tacchino ripieno, torta di zucca e salsa di mirtillo.
La figura della duchessa con un grembiule davanti e i guanti da forno a proteggerle le mani non è facile da immaginare, ma la stessa Meghan aveva assicurato a Ellen Degeneres di essere un’ottima cuoca, abile con mestoli e padelle: «Mi piace cucinare», ha confessato nel salotto Tv della conduttrice, «È il nostro secondo Ringraziamento in California, resteremo in famiglia, ci rilasseremo, sarà carino», facendo scattare in DeGeneres, sua vicina di casa, l’autoinvito: «A che ora veniamo?»
Il tacchino, del resto, pare essere anche una delle specialità della duchessa: in passato, sul suo vecchio profilo Instagram cancellato con l’ingresso a Buckingham Palace, l’ex attrice aveva perfino rivelato il suo segreto di cottura (prima di metterlo in forno ad arrostire, lo lascia marinare per un po’ in modo tale da rendere le carni più saporite).
Negli anni londinesi, Meghan aveva dovuto rinunciare a questa abitudine – la moglie del principe Harry non poteva certo avere facile accesso alle cucine di Buckingham Palace – quindi quando è rientrata a casa, negli Stati Uniti, è stata ben contenta di rimettersi ai fornelli e di festeggiare con le persone a lei più care: il marito Harry, il figlio Archie e da quest’anno anche la piccola Lilibeth, venuta alla luce lo scorso 4 giugno.
Ma il Thanksgiving di Meghan non è stato sempre fatto di cene in famiglia e relax sul divano. Quando era ragazza – aveva raccontato nel suo vecchio blog di lifestyle The Tig – spesso nel giorno del Ringraziamento accompagnava i suoi genitori nelle case di accoglienza delle persone senza fissa dimora: «Portavamo il tacchino, o aiutavamo a servire i pasti, passavamo del tempo con loro, donando quello che potevamo, anche se i miei non erano ricchi». Un senso di «condivisione e una coscienza sociale» che l’hanno accompagnata fino all’età adulta, scriveva nel blog, e che l’ha «portata sempre a battersi contro ingiustizie».
Se poi queste battaglie sono fatte in mondovisione e con un’ottima comunicazione, tanto meglio: funzionano di più.
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