Canale Italia, domani nuovo appuntamento con “L’Italia che mi piace – In viaggio con Raspelli”

Canale Italia, domani nuovo appuntamento con “L’Italia che mi piace – In viaggio con Raspelli”

Da domani ecco la quarta puntata de L’ITALIA CHE MI PIACE- IN VIAGGIO CON RASPELLI, su Canale Italia 83 alle 13,00, il programma ideato e prodotto dal celebre paroliere Fabrizio Berlincioni che conduce Edoardo Raspelli, nella foto, con al suo fianco la modella e tennista Anita Fissore.

Si tratta come sempre di un  lungo tour tra le curiosità e le grandezze gastronomiche italiane. Edoardo Raspelli e la sua “autista” Anita Fissore aprono la puntata da un mulino, una delle più importanti strutture italiane dove nascono prodotti assolutamente nuovi, rivoluzionari. Filippo Varvello, imprenditore con uffici principali nel cuore di Piacenza, appartiene alla quinta generazione di una famiglia che ha sempre operato nel settore mugnaio. Dopo 130 anni la tradizione si sposa alla creatività ma, soprattutto, alla ricerca scientifica: gli studi portati avanti da un pool di ricercatori di Calderara di Reno (Bologna), con la supervisione dell’Università felsinea e dell’ospedale San Matteo di Pavia ha permesso di creare la “Farina Intera”, questo il marchio, bianca ma con caratteristiche nutrizionali e salutari ancora migliori della farina integrale, di cui non ha nemmeno né il colore scuro, ovviamente, ma nemmeno quel leggero sentore di amarognolo.
Nella mezzora dedicata alla Farina Intera vedremo come nasce, quali sono le sue caratteristiche nutrizionali, come viene utilizzata in cucina, al ristorante la Rocchetta nel meraviglioso borgo attorno al Castello di Rivalta, nel comune di Gazzola(Piacenza).

Con l’agile squadra de “L’ITALIA CHE MI PIACE-IN VIAGGIO CON RASPELLI” , il conduttore sarà poi guidato da Anita Fissore nella bassa bresciana, esattamente a Calvisano, in una celebre azienda ittica, una delle più grandi al mondo nell’allevamento degli storioni che danno una preziosissima leccornìa, il caviale: l’Agroittica.
Edoardo Raspelli ha incontrato il direttore generale, Carla Sora, ed il direttore commerciale Stefano Bòttoli con cui racconta quei 60 ettari di vasche che danno qualcosa come 30 tonnellate l’anno di caviale.
Tutto nasce quasi per caso negli anni Settanta da Giovanni Tolettini che qui aveva una fonderia. Come rendere utili, remunerative le acque reflue delle acciaierie, calde a costo  zero? La passione di Tolettini per l’allevamento di pesci lo mette in contatto con uno specialista, Gino Ravagnan con cui, nel 1977, fonda l’Agroittica che si dedica inizialmente all’allevamento delle anguille.  Un pugno di anni dopo si passa agli storioni. Oggi il presidente della società è Giovanni Pasini.
Con il divieto ,in tutto il mondo, di pescare i pochi storioni liberi ancora presenti in natura, lo sviluppo dell’allevamento degli storioni per ricavarne le preziose uova, cioè il caviale, è  andato via via crescendo. Solo una nazione, la Cina, da pochissimi anni, ha superato l’Italia e l’Agroittica come quantità di produzione, non certo come qualità.
Per l’Italia tutto nasce in questo caratteristico paese sito nella pianura bresciana, zona ricchissima di fontanili d’acqua sorgiva le cui acque purissime presenti nell’area sono alla base dell’eccellente ecosistema che garantisce l’autenticità e la freschezza del caviale.
Verso il finire degli anni ’70 vengono importati i primi avannotti di storione che costituiranno le fondamenta per la creazione di quello che è, a tutti gli effetti, uno dei principali allevamenti di storione al mondo sia per dimensioni sia per qualità. Gli storioni, infatti, sono allevati in condizioni più simili al loro ambiente naturale rispettando i loro ritmi di crescita e vi è un controllo diretto su tutta la vita del pesce.
Si cura ogni aspetto del caviale adottando metodi di produzione all’avanguardia e tecniche tradizionali in grado di offrire una qualità indiscussa. Il caviale che nasce qui è, infatti, lavorato secondo il metodo “malossol”, parola che significa “a basso contenuto di sale”; questa tecnica permette di esaltare le differenze tra le diverse specie e quindi i differenti tipi di caviale, lasciando che sia la natura stessa ad esprimere la sua biodiversità. Questa eccellenza italiana ad oggi è divenuta una delle prelibatezze più raffinate della gastronomia mondiale con la più ampia varietà di caviale interamente prodotto in proprio e derivato esclusivamente da specie pure; in oltre 60 ettari di vasche dedicate all’acquacoltura vengono allevate le varietà di storione più pregiate, permettendo di disporre di oltre il 15% della produzione mondiale di caviale d’allevamento. Non mancherà la cucina, con il patron e chef del Castello Malvezzi, alto sulle colline di Brescia, Alberto Riboldi, che preparerà un grande piatto, anche se semplice, con spaghetti e caviale.

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