Basta autografi e selfie, meglio piuttosto fermarsi a chiacchierare con le persone, scambiandosi storie e idee. A optare per questa drastica soluzione è stato Paul McCartney che, dopo oltre mezzo secolo di firme scarabocchiate su improbabili pezzi di carta e scatti rubati, ha deciso di seguire l’esempio del suo amico Ringo Starr, che già nel 2008 aveva annunciato in un video su YouTube di aver chiuso per sempre con gli autografi, dopo aver realizzato che altri se ne stavano approfittando. «Mi è sempre sembrata una cosa un po’ strana che la gente mi chiedesse “puoi scrivere il tuo nome sul retro di questa ricevuta, per favore?”. Perché? Sappiamo entrambi chi sono», ha spiegato il 79enne ex Beatles in un’intervista al Reader’s Digest Magazine, che gli ha dedicato la cover del numero di novembre.
Oltre a non sopportare più gli autografi, Sir Paul ha però anche una scarsa opinione delle foto fatte per strada o chissà dove, principalmente a causa della loro bassa qualità. «Quello che di solito ottieni è una foto scadente, con un pessimo sfondo e io che sembro un po’ infelice – ha concluso McCartney nell’estratto dell’intervista, ripresa dal “Daily Mail” – . Meglio fermarsi a chiacchierare e scambiarsi delle storie».
Simona Marchetti, corriere.it