L’attore è protagonista del classico di Pirandello con cui si inaugura la stagione di prosa del teatro Manzoni. In scena fino al 24 ottobre
La stagione di prosa del teatro Manzoni si apre con “Liolà“, un classico pirandelliano che va in scena al teatro milanese fino al 24 ottobre. Doppia festa dal momento che l’apertura della stagione coincide con il ritorno alla capienza al 100%. Protagonista è Giulio Corso. “Oggi noi usciamo da una guerra che ci ha piegati nella mente e nel fisico – dice l’attore -. E lo facciamo con un’opera piena di luce e di gioia”.
Opera scritta da Pirandello nel 1916, in piena Prima guerra mondiale, coincide con un periodo molto difficile della vita del drammaturgo siciliano: il figlio era prigioniero di guerra mentre la moglie aveva sempre più frequenti crisi per la sua malattia mentale. Dopo una prima stesura in siciliano, venne rielaborata dallo stesso Pirandello nel 1927 con una più abbordabile traduzione in italiano. La versione che arriva al teatro Manzoni è stata riadattata da Francesco Bellomo, spostando l’azione sia temporalmente, dal 1916 al 1940, che come ambientazione. “C’è una motivazione ben precisa – spiega il regista -. ‘Liolà’ è una commedia prettamente femminile ho pensato alla situazione della partenza per il fronte. I personaggi, a parte Liolà, hanno subito tutti un aggiornamento. Ogni personaggio ha una determinazione ben preciso, il contesto non è più campestre ma la Scala dei Turchi nell’agrigentino, che presuppone da parte dei personaggi un’apertura diversa tipica dei posti di mare”.
Protagonista, tra tante donne (tra queste ci sono Caterina Milicchio, Alessandra Ferrara, Margherita Patti, Nadia Perciabosco ed Emanuela Muni), è Giulio Corso, arriva da esperienze importanti nel campo del musical, da “Grease” a “Aggiungi un posto a tavola”. “Questa è la festa della ripresa del teatro – dice -. Pirandello ha scritto questo testo in uno dei momenti più difficili della sua vita eppure ha prodotto una delle sue opere più felici. Oggi noi usciamo da una guerra che ci ha piegati nella mente e nel fisico. E lo facciamo con un’opera piena di luce e di gioia”.
“Fare teatro oggi ha un senso che non può essere quello di quando il testo è stato scritto – continua Corso parlando dell’adattamento -. Questa è una nuova traduzione, e tradurre è un po’ tradire. Il finale è un finale aperto, abbiamo voluto aggiungere una nota romantica per questo eroe. Questo è uno spettacolo ha avuto tempo di risuonare dentro di noi. Sono certo che piacerà non perché strizza l’occhio al pubblico ma perché lo fa entrare dentro la storia”.
In scena ci sono anche Enrico Guarneri, Alessandra Falci, Sara Baccarini, Giorgia Ferrara e Federica Breci.
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