Ecco i vincitori del Premio Cinema Giovane & Festival delle Opere Prime

Ecco i vincitori del Premio Cinema Giovane & Festival delle Opere Prime

Si è conclusa con la cerimonia di premiazione la XVII edizione del Premio Cinema Giovane & Festival delle Opere Prime, la manifestazione organizzata dall’associazione culturale Cinecircolo Romano, presieduta da Catello Masullo, che dal 4 al 6 ottobre ha animato il Cinema Caravaggio di Roma.

Ad aggiudicarsi il Festival, con il Premio Cinema Giovane (assegnato dal pubblico, sia degli adulti che degli studenti del Progetto di Educazione al Cinema d’Autore e dei PCTO) è stato Non odiare di Mauro Mancini, premiato anche per la migliore sceneggiatura, con la seguente motivazione: “Il film, realizzato con professionalità e con mezzi adeguati, segna la migliore interpretazione di sempre di Alessandro Gassman, il quale, magistralmente diretto, è misurato, dolente, espressivo, di rara intensità, mai sopra le righe. Il film esalta i temi dell’integrazione e dell’inclusione sociale di persone emarginate, poiché considerate diverse, valorizzando le diversità e proteggendo le fragilità, fornendo al contempo grandi momenti di riflessione, speranza, rispetto e capacità di ascolto”.

Incetta di premi per Nevia di Nunzia De Stefano che si aggiudica il Premio per film in Concorso, il Premio per Miglior Produttore (a Matteo Garrone) e il Premio per Opera Preferita dagli Studenti, assegnato dalla Giuria popolare dei soli studenti con la seguente motivazione: “Un esordio assolutamente riuscito. Con un romanzo di formazione di una adolescente costretta ad una esistenza nomade, che non le consente di sapere dovrà potrà dormire con la sua sorellina, giorno dopo giorno, non avendo genitori, una sera dalla nonna, qualche volta dalla zia, a volte da conoscenti. Certamente c’è tutto il portato della vita per 10 anni in container alla periferia di Napoli da parte della regista. Ma c’è molto di più’. La capacità di analisi ed elaborazione delle problematiche relative ai contesti difficili, che appaiono imporre destini senza possibilità di riscatto. La capacità di messa in scena, di direzione di eccellenti attori, di coordinare un’attività complessa come quella della realizzazione di un film”.

Premiato anche I Predatori di Pietro Castellitto, che si aggiudica anche una Menzione Speciale della Giuria, “per essere un film molto divertente (si ride, e tanto), ma non privo di spunti di riflessione. Pietro Castellitto fustiga (talvolta con una buona dose di vetriolo) i costumi e malcostumi italici. E lo fa nel modo più efficace, quello della commedia all’italiana, che fa ridere (‘castigat ridendo mores’) e fa pensare. Dirige uno stuolo di campioni della recitazione che sono ai loro vertici espressivi. Buon ritmo, confezione eccellente, straordinaria padronanza del mezzo espressivo (si concede anche delle raffinatezze stilistiche, come la ripresa della disperazione della madre da sotto il tavolo, o la rottura del salvadanaio usando uno dei trofei David di Donatello vinti dalla madre regista)”.

La Menzione Speciale della Giuria è andata anche a Magari di Ginevra Elkann: “Ginevra Elkann ha come frecce al proprio arco due campioni di attori come Alba Rohrwacher e Riccardo Scamarcio. Ma la vera sfida era trovare tre adolescenti, o meglio due adolescenti ed una bimba, farli entrare nei personaggi e renderli credibili. Il miracolo è avvenuto. Grazie alle evidenti doti di direzione degli attori e di approccio empatico ai loro ruoli. Alla capacità di far entrare nel suo universo immaginario i suoi interpreti, al potere magico di fondere i ricordi, le esperienze, le emozioni del portato di ciascuno degli attori a quelli immaginati da lei per raccontare la storia. Capacità rare. Costruisce un film di rara eleganza, con una cura straordinaria dei caratteri e dei particolari, fino ai più minuti. Colori desaturati che raccontano stati d’animo e mutazioni caleidoscopiche. È nata una regista”.

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