Avete mai chiesto a un idraulico di venirvi a sistemare lo scaldabagno gratis? O a un cardiologo fuori dall’Ausl di visitarvi senza pagare? No, eh? Vi sentireste in imbarazzo. Non ci provereste nemmeno. Beh, se invece faceste un mestiere artistico o assimilato, vi accorgereste che queste richieste sono la regola. “Vieni a presentare xxx? Però non c’è budget…” “Vieni a fare uno spettacolino?”, addirittura svilendo anche l’attività in sé, oltre al profilo professionale di chi lo fa. La percezione che si ha di chi faccia un mestiere poco ortodosso, “l’artista” nel mio caso e – peggio per me – il comico, è che in fondo non solo non sia un mestiere da prendere sul serio, anzi, suscita la curiosità degli astanti cercare d’individuare quale sia il lavoro “vero” che gli permetta di campare. Me lo sono sentito chiedere due giorni fa, dopo 30 anni e passa di carriera tra tv, radio, teatro e cinema, se fosse questo il mio unico lavoro… Questo Paese è così. Del resto, se tu insegni nelle scuole di ordine e grado a prenderti “un pezzo di carta” e a fare lavori “concreti”, e non insegni il bello dell’arte già dalle elementari, poi l’artista viene visto per forza come una specie di punkabbestia che ce l’ha fatta. Del resto, ci seppellivano in terre sconsacrate fino a non molto tempo fa. Quindi, non stupisce che l’ultima attività di cui si preoccupi l’Italia sia la cultura: gli unici posti ancora con contingentamenti assurdi sono i teatri, i cinema, i musei, i concerti. Semiaperti, ma più che altro semichiusi. Sono stati i primi ad essere sbarrati e riapriranno sul serio per ultimi, perché nessuno ha allontanato il sospetto che in fondo siano luoghi più pericolosi degli autobus e dei treni pendolari, dei comizi o degli spalti negli stadi, in cui tutti sono belli accalcati da tempo. Così, migliaia di attori, tecnici e figure professionali collegate non possono ancora lavorare. Ma non è la priorità… Per carità, non è facile gestire tutta ‘sta situazione. Però, la prossima volta, quando andrete a chiedere agli artisti di farvi un favore, gratis, ricordatevi che sì, loro campano anche di sogni, ma le bollette gli arrivano lo stesso.
Gianni Fantoni, Il Resto del Carlino