Al via Voglio essere un mago!, nuovo reality-talent dal 21/9
“Abbiamo la fortuna di avere un materiale umano fresco, con ragazzi che non vogliono farsi le scarpe, ma che desiderano solo dare il meglio e portare avanti la loro grande passione”: parola di Raul Cremona, pronto a vestire i panni di un “magister” severo ma dal cuore buono in “Voglio essere un mago!”, il nuovo reality-talent di Rai2, in onda da mercoledì 21 settembre, alle ore 21:20, nel quale 12 “teen wizard” provenienti da tutta Italia, tra i 14 e i 18 anni, si affronteranno in una vera e propria scuola di magia.
Prodotto da Rai2 in collaborazione con Stand by me, da un’idea di Cristiana Farina ed Ennio Meloni, il programma in cinque prime serate conta di strabiliare il pubblico (dai grandi ai piccini) e lasciarlo a bocca aperta a suon di trucchi, senza dimenticare l’adrenalina della gara e l’emozione dei sentimenti: in un castello fiabesco, i giovanissimi “apprendisti” maghi, 7 ragazzi e 5 ragazze divisi in tre casate, dovranno studiare duro, allenarsi e poi sfidarsi, tenendo conto dell’amicizia e chissà forse anche di qualche amore sbocciato tra un’illusione e l’altra, per superare gli esami e provare a conquistare l’ambita bacchetta d’oro. “Avrò il doppio ruolo di preside e di educatore: sarò severo, ma con i ragazzi è nato un bel rapporto, affettuoso e rispettoso.
Negli anni ’80 per un breve periodo ho insegnato a scuola: ho ritrovato l’insegnante che ero”, spiega all’ANSA il comico e illusionista, sottolineando che in questa sorta di ‘romanzo di formazione contemporaneo’ non c’è “il clima che si respira negli altri reality: nessuna voglia di battibeccare né di scavalcarsi, i partecipanti sono coesi, hanno l’unico obiettivo di salire di grado e incontrare dei professionisti”. I giovani maghi studieranno tre specifiche arti magiche, grandi illusioni, mentalismo, e micromagia, che verranno insegnate rispettivamente dai professori Eleonora Di Cocco, Federico Soldati e dal ‘trio’ Jack Nobile, Hyde e Sbard; il ‘mago dei maghi’, Silvan, sarà invece il narratore di tutto ciò che accade nel castello.
Con i suoi 40 anni di esperienza, Raul Cremona presiederà il corpo docente, e avrà il delicato compito di decidere chi tra gli allievi via via dovrà lasciare la scuola. E c’è da scommettere che il suo compito non sarà facile: dai trucchi con le carte alla piegatura dei metalli, da test di memorizzazione a prove di ingegno, dalla levitazione al trasformismo, i piccoli maghi si impegneranno al massimo, individualmente e con spirito di squadra, studiando senza distrazioni (nel castello sono vietati i cellulari e ogni contatto con il mondo esterno) e imparando a usare non solo i ‘classici’ strumenti magici (come carte, monete, cubi di Rubik, posate, colombe) ma ogni oggetto suggerito dalla loro fantasia. Gli allievi dovranno interagire anche con i “Babbaloni”, giovani influencer estranei al mondo della magia, ma veri “maghi dei social”: dal confronto con loro, nasceranno nuove opportunità di crescita, non solo professionale. “Questo è un programma nuovissimo, che dà un ruolo inedito alla magia”, spiega Cremona, “ai miei tempi l’arte magica appariva saltuariamente in tv, negli anni ’80 c’erano solo i salotti con i grandi maghi come Silvan e Tony Binarelli”. Quanto è cambiata oggi la magia? “Moltissimo, c’è stata una vera globalizzazione in questo settore. Con Internet finalmente i maghi sono in Rete, ai miei tempi per vederli dovevi viaggiare”, dice, “tuttavia è sempre meglio fruire la magia dal vivo, in teatro. Servono tempi più lenti, è un’arte teatrale, ma Internet ha dato una nuova linfa”. Quali caratteristiche deve avere un bravo mago? “Per essere un mago non ci sono realtà strutturate in cui studiare, per esempio come i conservatori: quando ero giovane c’erano i cosiddetti circoli magici, nei quali ogni aspirante mago incontrava un mentore; poi la strada te la facevi da solo”, spiega ancora Cremona, “l’hobby della magia costringe a esibirsi di fronte a un pubblico, ci sono delle regole teatrali che vanno imparate. Un bravo mago ha gli attrezzi del mestiere e deve essere costante nell’esercizio tecnico, ma poi deve essere capace anche di fare un’efficace presentazione davanti agli spettatori. Per questo nel castello agli allievi verrà insegnato come creare una sorta di pièce teatrale per poter sostenere il confronto con il pubblico”.
Ansa.it