Uno chef stellato, sei attori, l’Italia e tanti piatti unici da scoprire e assaggiare. Arriva l’innovativo food travelogue che non ti aspetti
Cosa può esserci di meglio di un piatto preparato col cuore, utilizzando le migliori materie prime che il territorio abbia da offrire? Una cosa c’è, in realtà: gustarlo in piacevole compagnia. Ritrovarsi a tavola con dei vecchi amici, godere del buon cibo e del buon vino, ascoltare i racconti di chi in quel momento è lì con te, prendersi un po’ in giro e ridere a una battuta è tutto quello che chiunque, almeno dopo una certa età, può desiderare. E quando ci arrovelliamo il cervello per capire come sorprendere i commensali con preparazioni dagli ingredienti e dai sapori ricercati, dimentichiamo che dietro l’angolo, a pochi passi da casa, abbiamo autentici capolavori della cucina tradizionale, orgoglio e vanto di territori e di persone meravigliosi che ogni giorno si danno da fare per produrli e condividerli, che meritano di essere scoperti o riscoperti.
Oggi siamo bombardati di immagini che hanno a che fare con il cibo, in tv e sui social. Se vi dicessimo che Carlo Cracco ha un nuovo show su Amazon Prime Video, e ve lo stiamo dicendo, probabilmente pensereste a una competizione culinaria e a uno chef stellato che nella migliore delle ipotesi urlerà contro qualche smanioso. Con Dinner Club, disponibile dal 24 settembre con tutti gli episodi, il servizio streaming riscrive le regole dei programmi di cucina. Qui la performance dei partecipanti non conta e Cracco è sorprendentemente rilassato, quasi contemplativo, i suoi colleghi sostengono più simpatico di quanto si aspettassero. A dire il vero, potrebbe persino essere sbagliato definire questo uno show sul cibo. Dinner Club è un viaggio attraverso luoghi e sapori d’Italia, in compagnia di quegli amici di cui parlavamo prima, che qui sono sei artisti di grande talento e simpatia che poi una sera si ritrovano a cena per raccontare, ridere e farci ridere.
Dinner Club: L’Italia a tavola, dietro la telecamera, ovunque
È lo stesso Carlo Cracco a illustrare sin da subito le poche, semplici regole di Dinner Club: “dovete essere disposti a viaggiare con qualsiasi mezzo e in qualsiasi luogo”, “viaggeremo sempre in coppia e uno dei due sarò sempre io”, “mangeremo di tutto e con chiunque”, “ci sarà una cena; cucinerà per gli altri chi ha viaggiato con me”. Gli attori Diego Abatantuono, Fabio De Luigi, Pierfrancesco Favino, Sabrina Ferilli, Luciana Littizzetto e Valerio Mastandrea accompagnano lo chef in sei viaggi attraverso i meravigliosi paesaggi del Bel paese – dal Delta del Po alla Puglia e Basilicata, dalla Sardegna al Cilento, dalla Maremma alla Sicilia – alla scoperta di luoghi, piatti e tradizioni spesso poco conosciuti. Dinner Club non è neppure una docuserie. Meglio si descrive come un food travelogue. Quelli che scorrono sullo schermo sono racconti di luoghi fuori dagli itinerari turistici, di donne e uomini che ti restano nel cuore, di prodotti straordinari e di preparazioni che fanno venire l’acquolina in bocca; almeno a noi che siamo dall’altra parte dello schermo. Cracco e i suoi compagni di viaggio si lanciano in avventure rocambolesche (a un certo punto si imbattono anche in un ponte tibetano e in una zip line!) in cui il cibo è il filo che tiene tutto insieme, sia che a prepararlo sia una simpatica vecchietta nella sua piccola cucina sia uno chef stellato.
Tutta l’esperienza è segnata, tanto per chi vi partecipa quanto per noi che stiamo a guadare, da una pennellata decisa di spontaneità e leggerezza. Guardando Dinner Club ci si diverte, e parecchio. I momenti di ilarità, dovuti a una situazione al limite dell’assurdo o semplicemente a una spiritosaggine, tra Sabrina terrorizzata da un gatto nero, Diego colpito in testa da un pallone, un “re” in mutande, un tamponamento in barca o un giro in auto con due vecchiette sul sedile posteriore, sono una costante. E poi a tavola, quando Cracco e i sei talenti si ritrovano a condividere altrettante cene punteggiate da racconti, pietanze uniche e conversazioni divertenti e brillanti. Non è una sfida, sebbene Sabrina dica il contrario, ma un momento di condivisione, un’invidiabile situazione di relax che dimostra una volta in più quanto il cibo abbia la capacità di unirci e metterci tutti allo stesso livello. Ed è un valore aggiunto che a veicolare tutti questi messaggi sia una produzione italiana dall’inizio alla fine.
Quanto sei bella, Italia
Oltre a essere un programma molto divertente, Dinner Club restituisce un’immagine molto bella dell’Italia e della sua gente. Nel primo caso, un’immagine anche inconsueta, perché lo show non sceglie di raggiungere i “soliti posti”, non entra nelle cucine più eleganti né cerca disperatamente il piatto bello da vedere. Anche a causa dell’emergenza pandemica (e qui i produttori hanno tenuto a sottolineare l’immenso sforzo compiuto per garantire il rispetto dei protocolli di sicurezza), gli episodi sono stati girati non al termine del primo lockdown, durante l’estate come hanno fatto in molti, ma l’inverno successivo. E questo, volutamente o meno, ha permesso di scattare alla nostra Italia una diapositiva diversa dai canoni classici. Lo capirete meglio osservando le splendide immagini del regista Riccardo Struchil e del direttore della fotografia Massimo Schiavon. Impossibile stabilire se sia più bello perdersi nei panorami o ritrovarsi a tavola con questa combriccola. Fortunatamente possiamo godere di entrambi, che in un periodo come quello che stiamo attraversando è più di un toccasana. Condivisibile il pensiero della Littizzetto: “È stato come se uscissimo dalla galera. Il programma ci ha permesso di riaprire gli occhi, rivedere gli spazi, riprendere un mezzo di trasporto e andare”.
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