L’ultimo progetto imprenditoriale di Beatrice Valli e Marco Fantini è finito nell’occhio del ciclone. L’influencer ed ex volto di Uomini e Donne è stata duramente criticata sul web dopo il lancio della sua linea di abbigliamento per bambini. Un marchio interamente made in Italy, che punta sulla sostenibilità, ma che ha scatenato la polemica per l’elevato costo degli indumenti.
La collezione, che comprende una ventina di pezzi tra t-shirt, felpe, pantaloni e cappellini in cotone biologico, è dedicata ai bambini dai 3 mesi ai 10 anni, ma i prezzi non sono certo alla portata di tutti. A lamentarsi del costo eccessivo sono stati i suoi follower, che hanno accolto il lancio del suo nuovo marchio di abbigliamento in modo negativo. Su Instagram i post promozionali dedicati alla linea sono stati letteralmente inondati di critiche: “Onestamente non posso permettermi 110 euro per un completo (felpa e pantalone) tra l’altro la mia bimba di 18 mesi cresce a vista d’occhio e li userei pochissimo”, “Ma scherzi? Prezzi troppo alti”, “Ma 33 euro per un cappello mi sembra eccessivo”.
“Prezzi inaccessibili”, ha sentenziato un’utente, infiammando la polemica sul profilo della Valli. A fare infuriare i follower sono state soprattutto le parole dell’influencer che, a poche ore dall’apertura ufficiale del suo e-shop, aveva rassicurato fan e seguaci sul fatto che i prodotti e i prezzi fossero alla portata di tutti. Un’attesa delusa e tradita, secondo molti, visti gli elevati costi di pezzi basici destinati a bambini che crescono a vista d’occhio. E le critiche sono continuate: “Non sono prezzi accessibili a tutti come hai detto tu!”, “Hai perso davvero il contatto con la realtà, per dire che 110 euro per un completo di tuta, siano prezzi accessibili a tutti… Una delusione. Oltre al fatto che quelle cose le trovi ovunque, a 1/3 di quanto le faccia pagare tu”, “Una tuta 100 € direi che forse non è proprio alla portata di tutti”.
Beatrice Valli non è la prima influencer a essere stata criticata per i prezzi dei suoi prodotti. Prima di lei era stata Chiara Ferragni a finire al centro delle polemiche per la sua linea di tutine baby dedicata alla figlia Vittoria. I body realizzati in puro cashmere al costo di 295 euro a pezzo avevano fatto gridare allo scandalo i suoi seguaci, ma intanto l’intera linea era andata sold out in poche ore. La collezione della Valli invece non è ancora andata esaurita e c’è chi è pronto a scommettere che la causa sia proprio il costo elevato dei prodotti.
Novella Toloni, ilgiornale.it