Floreale e più sorridente che mai, Chiara Francini torna al Giffoni Film Festival con un entusiasmo contagioso e un’agenda fittissima d’impegni che comprende: un film in fase di pre-produzione, due spettacoli teatrali (L’amore segreto di Ofelia e Coppia aperta, quasi spalancata), la promozione del nuovo romanzo, che lei chiama “un atto di gratitudine” (Il cielo stellato fa le fusa, Rizzoli) e soprattutto la giuria della prima edizione di Drag Race Italia, costola tricolore del pluripremiato format americano ideato da RuPaul, una delle icone mondiali del mondo drag (da settembre su Discovery+ con Tommaso Zorzi e Priscilla).
È una delle pochissime artiste italiane di cui si può parlare di tutto e quando ti cita una frase non usa il “latinorum” ma mette a frutto il 110 e lode della laurea in lettere declinandola in chiave pop e irresistibile, tra ricette toscane e storie di gatti paciosi.
Non si può non iniziare chiedendole di Drag Race Italia. È davvero tutto avvolto dal mistero?
«Assolutamente top secret».
Peccato, ci abbiamo provato! Ha visto però l’arcobaleno all’ingresso della Cittadella del cinema, casa del festival, che le sembra?
«Non potrei che esserne più felice, d’altronde ho dedicato il mio libro ai “diversi”, quindi a tutti noi, un microcosmo d’imperfezione che ci rende umani».
Oltre alla vicinanza al mondo LGBT+, quali altri cause le stanno a cuore?
«Sono testimonial di AIRC e della lotta contro la sclerosi multipla. So che la beneficienza si fa e non si dice, ma di alcuni temi è importante parlarne, come della violenza sulle donne. E in Toscana sostengo ATT, un’associazione che aiuta i malati terminali».
Chi erano le sue eroine, da ragazza?
«Da piccola avevo sul comodino della camera da letto Il diario di Anna Frank, ma amavo al tempo stesso Lady Oscar e Candy Candy. Su tutte però aveva la meglio Rossella O’Hara di Via col vento».
E oggi?
«Innanzitutto mamma e nonna, poi Margherita Hack, prima donna a cui hanno dedicato una statua a Milano, Oriana Fallaci, Franca Leosini e ovviamente RuPaul, un essere umano incredibile».
Qual è stato il suo più recente “grido di felicità”, tema dell’edizione 2021 del #Giffoni50Plus?
«Il mio gatto Rollone ha pensato di scappare sul tetto del nuovo appartamento e vedendo la sua codona penzolare dal cornicione del quinto piano ho temuto di non rivederlo mai più. Quando sono riuscito ad afferragli la zampa e riacchiapparlo l’ho stretto fortissimo e mi sono sentita la persona più fortunata del mondo».
Alessandro De Tommasi, leggo.it