È stato presentato ieri mattina nella sede del Circolo della Vela di Bari il calendario completo della 47esima edizione del Festival della Valle d’Itria, di Martina Franca (Taranto), dal titolo “Fiat lux”, che si terrà dal 17 luglio al 5 agosto prossimi. Si tratta di un evento internazionale ormai affermato nel panorama musicale la cui istituzione si deve, tra gli altri, all’attaccamento per Martina Franca e la Valle d’Itria di Paolo Grassi, già presidente Rai e sovrintendente del Teatro La Scala, scomparso anni addietro. L’edizione n. 47 consta di venti serate che accenderanno le luci dei palcoscenici di Palazzo Ducale e del Chiostro di San Domenico a Martina Franca, nonché delle antiche masserie della Valle d’Itria – nel pieno rispetto dei protocolli anti-Covid – dove si alterneranno i grandi nomi della lirica fra rari titoli d’opera, oratori, recital e concerti sinfonici. Sin dall’inizio, il Festival della Valle d’Itria ha avuto una sua cifra identificativa: la musica belcantistica del ‘700. Il che ne ha fatto una particolarità nel panorama dei festival di musica in grado di richiamare un pubblico internazionale. A illustrare il programma del Festival, sono stati il direttore artistico Alberto Triola e il direttore musicale Fabio Luisi che hanno preso la parola insieme a Franco Punzi, presidente della Fondazione Paolo Grassi, e a Massimo Bray, assessore alla Cultura e Turismo della Regione Puglia. Il Festival ha tenuto la sua programmazione anche nell’estate 2020. Per Triola, “il cartellone delinea un percorso storico e culturale che prende le mosse dal barocco napoletano di Alessandro Scarlatti e Nicola Porpora per arrivare al Classicismo viennese di Haydn e quindi fino a Schubert”. “Le opere musicali proposte – ha rilevato Triola – aprono ad una lettura in cui possono essere trovati agganci e rimandi alla condizione attuale in cui l’uomo e le società si stanno dibattendo a partire dall’evidenza più lampante. “Fiat lux” è quel nuovo inizio – ha detto ancora Triola – dato dalla necessità impellente di un’autentica ri-creazione del mondo, che presuppone il fallimento, il naufragio e di conseguenza l’abbandono di quello fino ad oggi conosciuto, che ci si rivela ad un tratto irrimediabilmente e sorprendentemente vecchio o che, dualmente, fa scoprire noi tragicamente inadeguati”. Tre i titoli principali che andranno in scena nell’atrio del Palazzo Ducale di Martina Franca, dove sarà allestita anche quest’anno la platea: “La Creazione” di Franz Joseph Haydn (17, 23 e 31 luglio), affidata alla bacchetta di Fabio Luisi e proposta nella versione in italiano a cura di Dario Del Corno, rivista per l’occasione da Filippo Del Corno. Per questa produzione si rinnova la collaborazione con l’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari, mentre debutta a Martina Franca il coro Ghislieri, gruppo in residenza permanente al Centro di Musica Antica della Fondazione Ghislieri di Pavia. Si proseguirà con “La Griselda” di Alessandro Scarlatti (Palazzo Ducale, 24, 29 luglio e 1 agosto), dall’ultima novella del “Decameron” di Boccaccio in scena nell’anno del trecentesimo anniversario del debutto. Alla guida dell’orchestra La Lira di Orfeo– ensemble votato al repertorio profano barocco – e del coro Ghisleri, sarà il direttore greco Georg Petrou. Terzo titolo al Palazzo Ducale sarà “L’Angelica” (30 luglio e 3 agosto), serenata di Nicola Porpora del 1720, ispirata alle gesta eroiche narrate da Ludovico Ariosto. Il progetto scenico, coprodotto con lo Staatstheater di Mainz, sarà ideato da Gianluca Falaschi, costumista che ha creato abiti di scena per i teatri più importanti del mondo, al suo debutto assoluto nella regia. Sarà Federico Maria Sardelli, una delle bacchette più apprezzate per l’interpretazione del repertorio barocco, a dirigere la Lira di Orfeo. La grande attenzione del Festival per il pubblico dei giovani è confermata anche quest’anno con l’apertura agli under 30 delle porte di Palazzo Ducale in occasione delle prove generali delle tre produzioni. È già possibile ritirare i pass gratuiti per accedere a tutte le anteprime. Altro elemento cardine della programmazione del Festival della Valle d’Itria, è il rapporto con il territorio che trova la sua concretizzazione più evidente con la rassegna “Il canto degli ulivi” (format che ha sostituito “L’opera in masseria” a seguito delle restrizioni sanitarie), uno degli appuntamenti più richiesti dal pubblico. Quest’estate saranno raggiunte quattro masserie storiche della Valle d’Itria – a cavallo tra le provincie di Taranto, Brindisi e Bari – che vedono la collaborazione dei rispettivi comuni di appartenenza per una sempre più forte sinergia fra il Festival e le amministrazioni locali.