Presentato Fuori Concorso al Festival di Cannes 2021 The Velvet Underground, doc sulla band di Lou Reed, John Cale nata sotto il segno di Andy Warhol e di un avanguardia artistica ottimamente rievocata da Haynes (che dedica il film a Jonas Mekas). Prodotto da Apple, debutterà prossimamente in streaming su Apple TV+.
Ha raccontato, a modo suo, il glam e David Bowie in Velvet Goldmine, e Bob Dylan in Io non sono qui. Ora per Todd Haynes è la volta di parlare di un’altra pagina fondamentale nella storia del rock: quella scritta a tinte cupe e intense dai Velvet Underground. E questa volta, non lo fa più attraverso una rielaborazione narrativa, ma utilizzando – benissimo, non poteva essere altrimenti – gli strumenti del documentario.
Il film, presentato fuori concorso al Festival di Cannes 2021 – si chiama semplicemente The Velvet Undergroud: ma prima che si inizi a parlare della band, Haynes si prende tutto il tempo necessario per spiegare nel dettaglio le premesse di quella musica. Per raccontare il clima culturale incandescente della New York della metà degli anni Sessanta, e la giovinezza e i primi passi artistici di quelli che dei Velvet Underground sono stati i veri geni cervelli artistici: Lou Reed (che a Haynes aveva in qualche modo ispirato il personaggio interpretato da Ewan McGregor in Velvet Goldmine) e John Cale.
Certo, Haynes non dimentica ovviamente di parlare di Sterling Morrison e Maureen Tucker, o di Nico o Doug Yule. E dedica largo spazio – come non avrebbe potuto essere altrimenti – a colui che ha tenuto a battesimo la band e le ha fornito un imprinting fondamentale, Andy Warhol, e alla corte che lo circondava alla leggendaria Factory, ma nel suo documentario è ben chiaro che la storia dei Velvet Underground è stata quella dell’incontro e dello scontro tra questi due enormi musicisti (con Reed che ne esce non proprio benissimo, ritratto senza tentazioni agiografiche come l’uomo impossibile e tormentato che è stato).
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