Don Matteo 13, Terence Hill lascia a Raoul Bova: «Voglio più tempo per vivere»

Don Matteo 13, Terence Hill lascia a Raoul Bova: «Voglio più tempo per vivere»

Dopo vent’anni e più di 250 puntate, arriva Don Matteo 13 con una new entry. Lo storico personaggio, interpretato da Terence Hill nella serie prodotta da Lux Vide con Rai Fiction, sarà protagonista delle prime 4 puntate e dalla quinta entra in scena un nuovo personaggio, Don Massimo, interpretato da Raoul Bova. Un simbolico passaggio del testimone che instaura, tra i due attori, una simpatica complicità. «Non è prevista una puntata incentrata sull’uscita di scena di Don Matteo — avverte Hill — Non ci saranno lacrime e abbracci. Raoul arriva nel quinto episodio e, in seguito, si scoprirà che tipo di legame lo unisce al mio personaggio: è proprio Don Matteo ad averlo scelto come successore, e poi si svelerà il motivo per cui io scompaio».

Insomma, un cambio di passo, un’occasione per andare oltre, per esplorare temi inediti e trasversali per tutte le generazioni. «Don Matteo è una sorta di padre spirituale del mio Don Massimo — interviene Bova —. Il mio personaggio ha alle spalle un passato misterioso, una storia travagliata, violenta, ha sfiorato la morte ed è arrivato ai suoi 40 anni senza mai indossare una tonaca da prete. Però, l’incontro con il parroco investigatore, gli cambia la vita. Il mio prete è alla ricerca di sé stesso, forse avrebbe preferito fare il missionario in qualche lontano paese. E, al suo primo incarico in una parrocchia, con una vocazione travagliata, abbraccia la fede con una spiritualità francescana: è un prete della terra, contadino, abituato a sporcarsi le mani, più propenso a stare tra gli ulivi umbri, dove è girata la serie, che a rinchiudersi dentro quattro mura. D’altronde – aggiunge l’attore – ho avuto modo, anni fa, di interpretare proprio San Francesco».

Senza tradire il suo pubblico, la nuova serie, attraverso il format di casi gialli, continua a volgere lo sguardo su tematiche di attualità, sul nostro modo di vivere, mettendone in luce problematiche morali e contraddizioni. «Raoul è perfetto per il suo ruolo — riprende Hill —. L’ho visto impersonare un uomo disabile nel film Indovina chi viene a Natale? di Fausto Brizzi: una parte non facile da interpretare, ma lui era bravissimo. E non ha bisogno di miei particolari consigli per rendere credibile il suo prete francescano, possiede l’entusiasmo giusto per realizzarlo, una dote piuttosto rara nella categoria attoriale, un valore aggiunto: a volte il nostro mestiere si riduce a semplice routine». Ribatte Bova: «L’entusiasmo mi è venuto naturale, mi è bastato seguire l’energia di questa storia che dura da vent’anni! Entrare in un gruppo di lavoro compatto, nelle sue dinamiche collaudate, per me ha significato semplicemente andare avanti, proseguire sulla linea impostata».

Fra Terence e Raoul si avverte una insolita sintonia, nonostante la differenza d’età: il primo è classe 1939, il secondo 1971. «Abbiamo in comune molte passioni, per esempio quella per lo sport, in particolare il nuoto — conferma Hill —. Io a 12 anni vinsi la medaglia di bronzo nei 100 metri a rana». Conferma Bova: «È vero! Io, a 15 anni, vinsi il campionato italiano giovanile nei 100 metri dorso. Lo sport è competizione, ma soprattutto rispetto per l’avversario e delle regole. In fondo è una forma laica di religiosità». Concorda Hill: «Abbiamo entrambi conosciuto la disciplina sportiva, e ciò aiuta nell’affrontare anche temi spiritualmente impegnati». Ma Bova aggiunge: «Non solo lo sport mi lega a Terence: sono cresciuto con i suoi mitici film in coppia con Bud Spencer. Ne ero appassionato, loro due avevano dei tempi comici imbattibili, che in seguito mi sono anche serviti nella mia formazione d’attore». Sorride soddisfatto Hill: «Sei cresciuto bene!».

Don Matteo 13 andrà in onda su Raiuno nel 2022 in 10 episodi.

Ma perché Hill ha deciso di abbandonare un personaggio tanto amato dal pubblico? «Avevo voglia di dedicare più tempo alla mia vita privata: ora voglio fare un lungo viaggio con la famiglia in America e, nel prossimo maggio, voglio finalmente fare il Cammino di Santiago de Compostela. Sono orgoglioso – aggiunge – della scelta che è stata fatta per il mio successore». E il successore ribatte: «Sono grato dell’onore che Terence mi ha fatto, raccogliere la sua eredità è un privilegio e una grande responsabilità. E anch’io da tanto tempo sogno di percorrere il Cammino!». Conclude Terence: «Beh, allora ci ritroveremo anche su quel sentiero!».

Emilia Costantini, corriere.it

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