Filosoficamente l’eterno ritorno dell’uguale (Nietzsche), prosaicamente la solidità dell’usato sicuro (qualunque rivenditore di automobili): la Rai «accende il futuro» (è lo slogan aziendale) senza dimenticare il passato, regola aurea della televisione generalista che è fatta soprattutto di consuetudine e abitudine.
Così il nuovo palinsesto è affidato ai soliti noti, ai soliti programmi, ai soliti spettatori da tenersi buoni. In prima serata su Rai1 sfilano i volti e i format di Amadeus, Carlo Conti, Milly Carlucci, Alberto Angela, Antonella Clerici (che è anche a mezzogiorno); il quiz è sempre Flavio Insinna; il daytime è affidato a Serena Bortone, Alberto Matano, Mara Venier, Eleonora Daniele, Marco Liorni.
La novità è Alessandro Cattelan che per due serate (sabato 18 e 25 settembre) prova a vedere se il suo stile «sky» (oppure osé come lo definisce il direttore di Rai1 Stefano Coletta) funziona anche con un pubblico più largo e forse più pigro. Solo due serate: è la Rai che non crede in Cattelan o viceversa? «Nessuna delle due — spiega ancora Coletta —. Il programma è pensato come una miniserie in due puntate». Rimane il fatto che forse ci si attendeva di più… L’altra attesa è per il Festival di Sanremo (il nome sempre buono potrebbe essere quello di Amadeus, «stiamo dialogando») dove non ci sono ancora certezze: «Non abbiamo definito direzioni artistiche e conduzione né per il Festival né per l’Eurovision, anche se vista la vicinanza dei due appuntamenti pensiamo a due profili diversi» (sempre Coletta). Intanto Amadeus condurrà il nuovo format in due puntate Arena 60-70-80 (dedicato alla musica di quegli anni) e Soliti ignoti lascerà (a gennaio) lo spazio in access prime time a Affari tuoi family, versione dedicata ai nuclei familiari.
L’identità di Rai2
Rai2 è sempre alla ricerca di un’identità (e di conseguenza ascolti) ormai persa. E non è semplice risalire con cinque serate su sette dedicate alla serialità americana, al cinema e alla fiction italiana (che ha i titoli migliori con L’ispettore Coliandro, Volevo fare la rockstar, Mare fuori). Finalmente liberato dalle (poche) dirette della Serie A ormai spalmata su giorni, orari e piattaforme diverse, Quelli che (sempre con Luca, Paolo e Mia Ceran) approda in prima serata (il lunedì): una scommessa che ha senso provare. In attesa del Collegio (ambientato nel 1977), arriva anche un docureality i cui protagonisti saranno giovani dai 14 ai 18 anni che studiano magìa (e questo sembra più un azzardo). La rivoluzione è a I Fatti Vostri con un’edizione che vede l’esordio di una nuova coppia di conduttori: Anna Falchi e Salvo Sottile, mentre Magalli lascia dopo 17 anni e condurrà un quiz pomeridiano che gioca sull’uso della lingua italiana. Un’altra coppia inedita è quella formata da Paola Perego e Simona Ventura che la mattina propongono Tutto fa domenica, «due ore tra leggerezza, tradizione, informazione e divertimento». Se errare è umano perseverare è Pino Insegno che reduce dal dimenticato Voice Anatomy torna con un nuovo format… Amen.
Le idee di Rai3
Rai3 invece ha da tempo le idee chiare. I nomi solidi sono quelli di sempre: l’intrattenimento alto-basso di Fazio, le inchieste di Ranucci e Iacona, il talk di Bianca Berlinguer, gli scomparsi di Federica Sciarelli, le parole di Gramellini, gli ex detenuti di Franca Leosini. E a dimostrazione che si possono ancora trovare idee intelligenti e programmi originali tornano Geppi Cucciari e il suo Che Succ3de? e Stefano Bollani e Valentina Cenni con Via dei Matti Numero 0.
Le fiction
La cassaforte degli ascolti (ma anche del budget, è la direzione con più risorse) è nella fiction che alterna titoli nuovi e sequel. Il palinsesto prevede Carla (con Alessandra Mastronardi nelle punte di Carla Fracci), la seconda stagione di Mina settembre (con Serena Rossi), di Doc (con Argentero) e di Màkari (con Claodio Gioé), la terza dei Bastardi di Pizzofalcone (con Gassmann). E a settembre su RaiPlay torna Ossi di seppia, la serie pensata per raccontare ai millennials i fatti cruciali degli ultimi trent’anni della storia del nostro Paese. Nell’ambito del lavoro condotto in seno all’alleanza europea — che ormai da diversi anni vede la Rai collaborare con i servizi pubblici di Francia (France Télévisions) e Germania (Zdf) — arriva Il giro del mondo in 80 giorni, quattro serate liberamente ispirate al romanzo di Jules Verne. Che anche lì si parte e poi si torna nello stesso posto.
Renato Franco, Corriere.it