La regina Elisabetta ha “parlato” di nuovo attraverso i suoi gioielli, raccontandoci un frammento del suo passato e omaggiando, ancora una volta, il ricordo della sua “roccia”, il principe Filippo.
La visita della Regina
Lo scorso 22 maggio a Portsmouth, nel suo secondo impegno pubblico dopo il funerale del principe consorte (il primo è stato l’apertura del Parlamento), Sua Maestà ha visitato la portaerei HMS Queen Elizabeth della Royal Navy, il cui nome è un omaggio all’antenata dell’attuale sovrana, Elisabetta I. Scesa dall’elicottero la Regina è salita a bordo dell’ammiraglia da 3 miliardi di sterline, in partenza per l’Asia orientale ed è stata accolta dal capitano Angus Essenhigh e dal commodoro Stephen Moorhouse.
Elisabetta, perfetta nel suo abito rosso di Stewart Parvin con cappello abbinato di Trevor-Morgan, ha sfoggiato un’espressione tranquilla e un sorriso cordiale, che fa dimenticare, almeno per un po’, i recenti problemi dovuti alle intemperanze del principe Harry. Salutando l’equipaggio la monarca ha detto: “In qualità di figlia, moglie e madre di ufficiali della Marina riconosco i sacrifici che vi vengono richiesti per il bene nazionale. Avrò sempre un legame speciale con la HMS Queen Elizabeth, con voi e con le vostre famiglie”. Il riferimento al principe Filippo, scomparso lo scorso 9 aprile, è esplicito, ma non è l’unico. Ce ne è un altro, altrettanto evidente per chi ha imparato a decodificare i messaggi che la regina Elisabetta lancia attraverso il suo look. Si tratta della spilla “Scarabeo” (il cui nome ufficiale è “Grima Ruby Scarab Brooch”, ma è stata ribattezzata “Ruby Venus”), in oro, diamanti e rubini provenienti dall’India, disegnata da Andrew Grima e diventata non solo uno dei gioielli più famosi di Lilibet, ma anche uno di quelli a lei più cari. Il motivo? Tanto semplice quanto tenero. Fu il principe Filippo, nel 1966, a donarle la spilla.
La spilla “Scarabeo”
Filippo la commissionò personalmente a Grima un ingegnere e gioielliere che portò il suo brand a livelli altissimi, vincendo il “Duke of Edinburgh Prize for Elegant Design” (1966), il “Queen’s Award For Industry and the Royal Warrant” e realizzando per la royal family 100 pezzi dal valore inestimabile. Elisabetta indossò la spilla diverse volte, spesso in occasioni davvero speciali. La prima è proprio nel luglio del ’66, quando la sovrana e il duca di Edimburgo si recarono a Bournemouth Town Hall. La ritroviamo, poi, nel ritratto ufficiale per il 70esimo anniversario di matrimonio, nel 2017. Un’altra indimenticabile “apparizione” del gioiello fu nel 2007, per il 50esimo anniversario del discorso di Natale. La Regina scelse proprio la spilla Scarabeo anche per la tappa inaugurale del tour del Giubileo d’Oro, a Falmouth, nel maggio 2002. Non finisce qui. Nel 2007 la sfoggiò due volte, in febbraio all’apertura del Cancer Research Institute alla Cambridge University e in ottobre alla cerimonia per il National Armed Forces Memorial in Lichfield.
Nell’ottobre 2008 la rivediamo durante il viaggio di Stato in Slovenia, nel dicembre 2011 per un tour a Mereyside e nel novembre 2015 ricompare in occasione di una visita nel Gloucestershire. Parlando del valore sentimentale che questa spilla ha per la regina Elisabetta, la responsabile del design del brand “77 Diamonds”, Charlotte White, ha dichiarato all’Express: “Una delle spille più personali nella collezione della Regina deve essere di certo la Scarab Brooch, che il principe Filippo le regalò nel 1966” e ha aggiunto: “La spettacolare e ampia collezione di spille comprende pezzi storici, dal valore sentimentale che battono ogni record”.
Il lungo elenco di appuntamenti ufficiali in cui è protagonista la spilla Scarabeo ci dice quanto questa sia importante per la regina Elisabetta. Cambia, però, il significato attribuito a questo capolavoro. Se prima della morte di Filippo la sovrana lo indossava come tributo all’amore, al matrimonio, quasi per rinnovare una promessa per la vita, ora che il duca non c’è più la dedica assume un’aura nostalgica. L’omaggio al marito di Sua Maestà si è trasformato in un affettuoso ricordo di un tempo che non tornerà.
Francesca Rossi, ilgiornale.it