“Il mondo delle discoteche è stato trattato malissimo, sono contento che finalmente riaprano”. Così all’Adnkronos Lele Mora, che, commentando la notizia della possibile riapertura delle discoteche, aggiunge: “Spero di diventare un giorno il presidente del Silb, dopo 40 anni di vita notturna mi merito questo incarico. Sto lavorando a questo scopo e la prima cosa che farei sarebbe quella di cambiare il nome dell’Associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo: la chiamerei ‘Sisiballa’, un nome molto più divertente”.
“Amo questo lavoro, sono 40 anni che vado a dormire alle 5 del mattino – prosegue l’ex impresario di Fabrizio Corona – Ho creato locali come ‘Il pineta’ di Milano Marittima, grazie al quale, dall’ex colonia di Mussolini è nata una vera e propria città. Ho gestito il ‘Billionaire’ con Flavio Briatore e l’’Hollywood’ di Milano, so bene cosa abbia significato la chiusura ed è ora che i discotecari riaprano, perché, c’è tutta la filiera che ha risentito della crisi, dai parcheggiatori ai camerieri ai dj a chi semplicemente è addetto a recuperare i bicchieri”.
La chiusura delle discoteche, secondo Mora, ha causato danni ai gestori e all’economia del settore, ma anche ai giovani. “La mia ultima serata in discoteca è stata lo scorso luglio al ‘Samsara’ di Riccione – dice ancora – con ventimila persone che ballavano. Dopo quella sera è stato chiuso. Eppure – non si capacita – la gente si divertiva e ballava, anche con il genere disco italiano e con i balli latinoamericani. Adesso finalmente i giovani potranno tornare a riunirsi, non so se con il tampone all’ingresso o meno, di sicuro non ci saranno le droghe perché ci sarà molta selezione. Per fortuna lasceranno per un po’ i social, dove sono stati appiccicati fino ad ora, per ritrovare delle relazioni vere”.
“Il vaccino nelle discoteche? Mai! Nei locali si va per divertirsi”
Quanto alla possibilità di fare il vaccino nelle discoteche, Lele Mora urla di “no, mai e poi mai, non è proprio il caso: nelle discoteche si va per divertirsi e semmai dovevano pensarci prima, quando erano chiuse, ma il problema è che i vaccini mancavano, non come in Gran Bretagna dove il premier Johnson ha vaccinato tutti, a tappeto, in ogni posto possibile e perfino nelle chiese”.
“Personalmente – aggiunge – ritengo che il Covid sia come tutte le altre influenze, ma il vaccino lo farò ugualmente perché devo girare il mondo e anche se credo di aver preso il coronavirus dopo il concerto di Marco Carta del Capodanno 2020, quando restai a letto con la febbre per un mese intero. La mia lunga convalescenza non fu dovuta all’operazione per il sarcoma del 23 dicembre – precisa – Dal tumore sono guarito ed è stato causato anche dallo stress del carcere per cui ho scontato una pena giusta, ma ora sono fuori e sto bene anche grazie al fatto che sono una persona positiva e ho fede. Penso sempre al bene, mai al male. E faccio anche molte opere di bene, ma non le pubblicizzo. Quando ero in galera – conclude – mi è apparso Padre Pio assieme a una luce bianca… non so se sia stata un’allucinazione, fatto sta che il giorno dopo sono uscito”.
Cristiano Camera, Adnkronos