“Cosa ci direbbe”, primo singolo dei Fast Animals and Slow Kids insieme a Willie Peyote, è anche il primo featuring in assoluto per la band perugina: un’unione di intenti, dettato da un grande feeling musicale: “Willie è l’unico che comprende il nostro genere musicale, perché suona. Da parte di entrambi c’è una visione aperta della musica”. Il brano, pubblicato da Woodworm in licenza esclusiva per Believe, è disponibile in tutti gli store digitali dal 23 aprile.
L’atmosfera che si respira appena si apre il segnale dell’intervista (realizzata rigorosamente via Zoom) è di sala prove e concerti. Quelli che mancano, quelli dove ti diverti e ascolti buona musica. Quella che vogliono fare loro anche in questa occasione, la prima, si spera, di tante, che li vede insieme in una canzone. Due generi musicali apparentemente diversi ma che poi, se c’è una visione aperta della musica, non trovano difficoltà ad unirsi e a creare, qualcosa che prima non c’è mai stato. È il caso dei Fast Animals and Slow Kids, band perugina attiva da più di dieci anni che, per la prima volta in carriera, hanno fatto un featuring. Con chi? Con Willie Peyote, amico e collega.
Segnatevi questa data: 23 aprile 2021: esce “COSA CI DIREBBE”.
Aimone, perché una collaborazione con Willie?
“Credo che i featuring abbiano senso soltanto se ognuno vive la propria dimensione musicale e la mette a disposizione dell’altro, senza mai forzare. Noi sapevamo che, in questo brano, c’erano degli spazi: abbiamo mandato la traccia a Willie e poi ciascuno di noi ha messo quello che voleva mettere. Questa è la parte di bella di questa collaborazione: una canzone al cui interno c’è un concetto condiviso, arrivato senza forzare nulla. E siamo contenti del prodotto finale. È anche vero che Willie non è un rapper tipico: nella sua musica c’è molta musica suonata, c’è del funky, sento anche un po’ di stile Motown…ed è sicuramente l’unico rapper in grado di comprendere il nostro stile.”
“Io sono ospite a casa degli altri e devo comportarmi bene – gli fa eco Willie Peyote. A me interessava sapere la loro visione, il loro concetto del brano: prima di tutto volevo interiorizzare il pezzo, prima di procedere alla scrittura della mia parte. Nel rap è più facile fare i featuring, siamo più abituati. Quando, però, collaboro a progetti di band che hanno uno stile diverso dal mio, preferisco capire prima l’ambientazione musicale e testuale che questi musicisti hanno in testa: mi aiuta a calarmi di più nel testo, sempre ricordando che si è “ospiti” e che bisogna togliersi le scarpe quando si entra“.
Guardando al titolo della canzone, “che cosa vi direbbe mamma”?
(Willie Peyote) Ci direbbe di essere meno tranchant nei giudizi degli altri, perché lei per prima ha giustificato ogni nostro errore. L’altra lettura della canzone? È vero che facciamo presto a giudicare gli altri, ma cosa diremmo di noi se ci vedessimo da fuori? È sempre stato un piccolo tarlo per me: sarei proprio curioso di vedermi da un altro punto di vista. (Aimone Romizi) Willie, io ti vedo bene eh!
Occhi puntati sul 23 aprile, ma anche sul 26 dello stesso mese, quando lentamente l’Italia inizierà a riaprire. State già pensando ai concerti di quest’estate, magari insieme?
(Aimone Romizi) Siamo in fermento per entrambe le date, ad essere sinceri! Da una parte siamo curiosi di sapere come verrà accolto questo brano, che è il nostro primo feat, il primo della storia dei FASK. Ma dall’altra non vediamo l’ora di tornare su un palco, insieme. Era una promessa che io e Willie ci siamo fatti il Primo Maggio di due anni fa, quando ci siamo conosciuti e abbiamo suonato insieme una cover degli Skiantos (provata all’ultimo minuto!), per poi continuare, con altri musicisti, a festeggiare con fave e pecorino. Speriamo si possa riprendere a suonare dal vivo, presto, perché per noi il live è centrale ed è anche un elemento che ci lega a Willie, che sa suonare molto bene.
(Willie Peyote) Prima o poi doveva succedere, ma non so come hai fatto a convincere gli altri componenti della band, Aimo. Sono molto contento di questo progetto e, ovviamente, se nei prossimi mesi ci sarà la possibilità di incrociarci e suonare insieme, sarà tutto ancor più bello.
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