Gli americani sono innamorati delle serie tv a sfondo poliziesco. Fin da che si ha memoria, le crime serie sono sempre state presenti nella programmazione della tv a stelle strisce (come in quella italiana). Non tutte però sono degne di nota e trovano successo nel cuore del pubblico. Quelle che sono prodotte da Dick Wolf, ad esempio, quasi sempre hanno una marcia in più, trovando il modo di raccontare la modernità, la vita e la società di oggi attraverso le vicende lavorative (e personali) di poliziotti e forze dell’ordine. C’è lui dietro il successo di Chicago Fire, Chicago P.D. e tutto il franchise ambientato nel cuore della città statunitense, terza per densità di popolazione dopo quella di New York. Dick Wolf si è fatto le ossa nel corso degli anni ’90 con le serie tv di Law & Order, ancora in produzione a più di venti anni dal debutto.
Oggi, è produttore esecutivo e showrunner di un sub-universo che ha creato nella città dell’Illinois, dove un gruppo di pompieri (sexy e sfacciati) e poliziotti integerrimi (ma con una vita privata assai problematica) lottano contro la criminalità, e salvano vite in una realtà in continuo movimento. Chicago Fire è il capostipite del franchise. È in onda in America e sulla NBC dal settembre del 2012 ed è ancora in produzione dopo 9 anni di onorata carriera. Chicago P.D., invece, è entrato in produzione dal gennaio del 2014, e oggi sono in onda gli episodi della stagione 8. In Italia entrambe le serie tv – che sono l’una l’immagine speculare dell’altra – hanno una trasmissione molto ballerina. Prima in esclusiva per i canali a pagamento di Mediaset, poi in onda su Italia Uno. È Amazon Prime Video, però, che ha cercato di dare una certa continuità alle storie. Le prime 4 stagioni complete di Chicago Fire e di Chicago P.D. sono disponibili sul catalogo italiano dal 13 aprile.
Vigili del fuoco e poliziotti: cosa succede nella città di Chicago
C’è dramma, c’è la finzione narrativa e ci sono tanti fatti realmente accaduti nelle storie di Chicago Fire e P.D. Le due serie tv, infatti, strizzando l’occhio al pubblico, raccontano le imprese (a volte anche impossibili), i dilemmi etici, gli amori, i divorzi e i litigi di un gruppo ben affiato dei vigili del fuoco della Caserma 51 e dell’unità di intelligence del dipartimento della polizia di Chicago. Matt Casey (Jesse Spencer) è il capitano del camion 81. È un uomo dai sani valori, nonostante la giovane età, e si fa in quattro pur di salvare i più deboli. È affiancato da un nutrito gruppo di amici e compagni, come il Tenente Kelly Severide (Taylor Kinney) e Gabriela Dawson (Monica Raymound), paramedico dalla vita privata assai complicata. Tutti i giorni la squadra è messa a dura prova con casi e emergenze sempre più difficili. Affrontano ogni cosa con rinnovato vigore grazie al sostegno del comandante Boden (Eamon Walker) che ha sempre una parola di conforto per tutti. Chicago P.D. nasce per dare un senso di continuità alle vicende dei vigili del fuoco capitanati Casey. Qui le storie si fanno meno patinate e meno buoniste esplorando il lato oscuro di Chicago, come quello dei trafficanti di armi e di droga e della malavita che serpeggia in strada. Protagonista è Hank Voight (Jason Beghe), poliziotto dai metodi barbari e poco incline al rispetto delle regole. Tutti lo temono, persino i criminali più pericolosi. Ed è lui che gestisce una squadra di poliziotti che combattono il crimine senza nessuna paura. Punto di incontro tra le due serie è il personaggio di Antonio Dawson (Jon Seda), poliziotto e fratello di Gabriella – appartenente alla squadra di Chicago Fire – il quale entra nell’unità di Intelligence solo per seguire il suo senso di giustizia. Ha un carattere forte e si scontra molto spesso con i modi poco ortodossi di Hank. Le due serie devono essere viste in sequenza, dato che molti casi e molte storie si intrecciano, creando un unico filo narrativo.
Un set “tossico” e l’uscita di scena di Sophia Bush
E poi non mancano i dissapori e le uscite di scena eclatanti. Nelle due serie ambientate a Chicago, l’atmosfera sul set è stata piuttosto tranquilla. Le riprese nel corso del tempo sono proseguite senza troppo problemi. Un fatto eclatante è avvenuto però durante la lavorazione della terza stagione di Chicago P.D. che ha costretto a Sohia Bush di lasciare la serie durante la stagione 4. Nello show ha interpretato Erin Lindsay, figlia di un galeotto e di una tossicodipendente. Da ragazzina ha fatto da informatrice a Hank, entrando poi a 16 anni nell’accademia di polizia. Il suo è un personaggio molto tormentato che si è fatta spazio tra il pubblico eppure è stata costretta a prendersi una pausa dalle scene.
L’attrice prima non ha voluto avere contatti con la stampa, poi in un’intervista che ha rilasciato ai magazine americani ha rivelato che c’era un clima tossico sul set. Sophia Bush ha parlato di comportamenti eccessi, abusivi e sbagliati, tanto da non riuscire a lavorare in serenità. La sua decisione ha creato diversi scompigli. Sarebbe dovuta andar via già nel finale della terza, ma gli sceneggiatori non avevano scritto un finale adeguato al suo personaggio. L’attrice è rimasta per una manciata di episodi, poi ha voltato le spalle alla produzione per non tornare mai più. Ancora oggi è un argomento molto scottante che ha lasciato un’ombra nera sulla celebre sere tv.
Storie di medici e di avvocati: l’altra faccia del franchise
Quello di Chicago Fire è un franchise tv a tutti gli effetti. Oltre allo spin-off ambientato tra i ranghi della polizia, dal 2015 è in onda anche Chicago Med. La storia si focalizza sulle emergenze del Chicago Medical Center, uno tra gli ospedali più famosi della città. Oggi sono in onda in America gli episodi della stagione 6, in Italia i diritti di trasmissione sono di Mediaset Premium ma ll momento non è presente in nessuna piattaforma a pagamento. Ma non è finita qui. È stato realizzato anche un terzo spin-off, dal titolo Chicago Justice, che non ha avuto molto successo e infatti è stato cancellato dopo una sola stagione da 13 episodi.
Carlo Lanna, ilgiornale.it