Stavolta l’arrembaggio di Johnny Depp è finito in un naufragio. La stella (cadente?) di Hollywood non potrà far ricorso di fronte alla giustizia britannica contro l’infamante sentenza che nei mesi scorsi lo ha visto sconfitto a Londra in una causa intentata al Sun di Rupert Murdoch: tabloid che l’attore americano aveva querelato per esser stato bollato nel 2018 alla stregua di un marito “picchiatore”; ma che è stato alla fine scagionato sulla base d’una motivazione tranchant sulla credibilità – giudicata piena – delle denunce di violenze e abusi avanzate da Amber Heard, ex modella, attrice ed ultima moglie di Johnny.
L’inquieto, tormentato e turbolento protagonista di Pirati dei Caraibi aveva criticato con parole durissime quel verdetto, qualificandolo come ingiusto e annunciando l’intenzione di rivolgersi con i suoi avvocati all’istanza di giudizio superiore. Ma la possibilità di andare in appello – che nel sistema britannico deve essere vagliata e approvata da un giudice – gli è stata negata per asserita mancanza di argomentazioni sufficienti dapprima dallo stesso magistrato del primo processo e ora anche da una corte di secondo grado. La sconfitta legale nel Regno Unito diventa così definitiva; e, dopo aver avuto già un impatto pesante sull’immagine e la carriera cinematografica di Depp – frattanto tagliato dalla Warner dal cast di Animali Fantastici 3, ennesimo episodio della saga di Harry Potter tratta dai romanzi di JK Rowling – potrebbe produrre effetti devastanti anche sui contenziosi giudiziari tuttora aperti nella causa di divorzio negli Usa.
Amato da sempre dal pubblico, anche e soprattutto femminile, per la sua aura da ‘bello e dannato’, l’attore – ormai 57enne – ha pagato fra le altre cose nel processo londinese, chiuso il 2 novembre 2020, il clima di nuova consapevolezza sulle aggressioni alle donne nel mondo del cinema stimolato dalla campagna MeToo. A nulla sono valse – di fronte alle testimonianze contrarie e alle registrazioni e immagini dei suoi scoppi di annebbiato furore alimentati dai demoni dell’alcol e delle droghe, la difesa accorata di figure femminili rimastegli legate quali le ex compagne Winona Ryder o Vanessa Paradis (madre di 2 suoi figli). Come ha certificato la sentenza emessa quasi 5 mesi fa dal giudice londinese Andrew Nichols che non solo ha mandato assolto il Sun condannando il querelante superstar al versamento dell’equivalente di 2,2 milioni di euro di spese legali, ma anche inchiodato Depp all’attendibilità riconosciuta alle accuse di Heard: dopo un tourbillon di racconti e recriminazioni incrociate proiettate lungo 16 udienze-show, con tanto di pubblico in attesa, su una carrellata di presunte vicende sconcertanti inquadrate in una vita di coppia senza freni consumata fra eccessi, tradimenti e abusi. Un quadro che nessun appello potrà rimettere in discussione.
Fonte: ANSA