L’artrite non gli permette di tenere in mano la chitarra, cosi’ suona sul palcoscenico appoggiandosi al pianoforte elettrico. Ma anche la voce, che David Bowie descrisse come “sabbia e colla”, non e’ piu’ quella di una volta tanto che nell’ultimo album “Rough and Rowdy Ways” piu’ che cantare Bob Dylan declama i versi delle sue più’ recenti canzoni.Se pero’ l’appuntamento degli 80 anni si avvicina – la data e’ il 24 maggio – l’eta’ non ferma il genio.
“Rifiuta di permettere che la sua carriera venga imbalsamata”, ha scritto Paul Morley in uno dei nuovi libri che stanno per uscire in vista della ricorrenza. La legacy e’ enorme e difficilmente quantificabile: solo la scorsa settimana il Nobel per la Letteratura si e’ rivolto a un giudice per chiudere una causa da 7,5 milioni di dollari reclamati dalla vedova del suo collaboratore Jacques Levy sull’accordo da 300 milioni incassati a dicembre con la vendita del catalogo musicale a Universal Music.
Intanto si preparano i festeggiamenti: Patti Smith, che nel 2016 ando’ a Stoccolma a ritirare il Nobel a suo nome – e si impappino’, commossa, mentre cantava “A hard’s rain a-gonna fall” – celebrera’ Dylan il 22 maggio allo Spring Festival del Kaatsbaan Cultural Park nello stato di New York. Festa anche a Duluth, dove Dylan nacque 80 fa, mentre nella vicina Hibbing, dove la famiglia si trasferi’ dopo che il padre Abram Zimmermann, colpito dalla polio, aveva perso il lavoro, i piani per un monumento nel cortile del liceo dove Bob (“Zimmy”) si diplomo’ nel 1959 sono tuttora “caduti nel vento”. Al centro delle celebrazioni e’ anche la pubblicazione di tre nuovi libri e una riedizione: “You Lose Yourself You Reappear” di Morley in libreria in aprile, e’ una “risposta personale” a un personaggio enigmatico e trasformista, mentre il biografo Clinton Heylin tornera’ a esaminare gli anni formativi in “The Double Life of Bob Dylan”. Sean Latham, professore all’ University of Tulsa e capo dell’Institute for Bob Dylan Studies creato grazie all’acquisto di oltre centomila cimeli dylaniani direttamente dall’artista, mandera’ alle stampe il 30 aprile “The World of Bob Dylan” con un’antologia di nuovi saggi accademici, mentre “Bob Dylan: No Direction Home” del 1986 del giornalista del “New York Times” e amico Robert Shelton verra’ aggiornata e ripubblicata: l’autore e’ morto nel frattempo.
Elusivo come sempre e bloccato nella casa di Point Dume a Malibu da quando un anno fa il Covid gli ha impedito di andare in Giappone per una nuova tappa del “never-ending tour”, difficilmente il festeggiato marchera’ la ricorrenza in pubblico. Ma Dylan ha abituato i fan ad aspettarsi l’inaspettato: come quando nel 1965 “suono’ elettrico” a Newport o, piu’ di recente, si e’ messo a produrre il whiskey “Heaven’s Door”. O quando ancora ha prestato canzoni iconiche per spot di Apple, Cadillac, Pepsi, Budweiser, Ibm e la catena di intimo Victoria’s Secrets. Quest’ultimo, girato nel 2004 in Piazza San Marco a Venezia, contiene l’unica apparizione del cantante in una pubblicita’: Dylan “beato”, sullo sfondo del Canal Grande, con la supermodella-angelo Adriana Lima, mentre suona la canzone “Love Sick” dall’album del 1997 “Time out of mind”.
Alessandra Baldini, ANSA