Dante amava la danza. La coreografia contemporanea, da sir Frederick Ashton a Micha van Hoecke, da Mauro Bigonzetti a duo Greco – C. Scholten, è stata sedotta dalla ‘Commedia’ concentrandosi su alcune figure chiave come ‘Francesca da Rimini’ firmata alla Scala da Mario Pistoni (1985) per un indimenticabile e tragica Carla Fracci. Anche se in principio si confrontarono con l’eroina dantesca e il V canto dell’Inferno Giulio Viganò, fratello del più noto Salvatore, (Milano, 1825) e Mikhail Fokine (Teatro Mariinsky, 1915).
Quasi un secolo dopo il russo Yuri Possokhov porta in scena la sua personalissima ‘Francesca’ (San Francisco Ballet, 2012) ripresa poi dalle star internazionali Svetlana Zakharova e Denis Rodkin. Tutto il Novecento coreografico è permeato, in fondo, di echi danteschi. Fonte di inesauribile ispirazione anche per quei coreografi che hanno scritto le pagine più belle della letteratura del XX secolo. E’ il caso di sir Frederick Ashton che si lascia ispirare dalla Dante Sonate di Liszt, per portare in scena a Londra (1940), protagonisti Margot Fonteyn e Michael Somos, l’universo cupo e addolorato dell’ Inferno dantesco, ‘illustrato’ dai chiaro- scuri visuali dei disegni dell’artista inglese John Flaxman.
Dante Symphony firmato da Micha van Hoecle, la ‘Commedia’ di Carolyn Carlson, l’opera-monstre di Bigonzetti
Anche il coreografo russo -belga Micha van Hoecke, sceglierà per il suo poema coreografico, ‘Dante Symphony’, (una commissione del Ravenna Festival, 1990) la partitura di Liszt, mentre Carolyn Carlson opta per la sua ‘Commedia’ per una partitura originale di Michel Portal, una coproduzione Deutsche Schauspielhaus di Amburgo e Théatre de la Ville di Parigi e visto in Italia al Lirico di Milano (16 giugno 1993). “Come già nell’Apocalisse Biblica – aveva raccontato in una intervista all’Adnkronos- anche nella mia ‘Commedia’ ci sono immagini, atmosfere che si ripetono, che ritornano prepotenti nelle mie creazioni. La ricerca della bellezza, della perfezione, il buio, l’ombra e la luce come realtà in perpetuo conflitto”.
Opera-monstre, invece, quella firmata dal coreografo e regista Mauro Bigonzetti, alla guida dell’Aterballetto, che dedica tre grandi produzioni alle cantiche dantesche (la prima in occasione delle Celebrazioni del bicentenario del Tricolore, nato a Reggio Emilia nel 1979) che si avvale della collaborazione di grandi artisti tra i quali Bruno Moretti per la parte musicale, Claudio Parmiggiani, che firma il progetto scenico, lo sceneggiatore Nicola Lusuardi.
Revival dantesco con i maggiori coreografi della scena contemporanea
Una fascinazione, quella per la Divina Commedia, che ha colpito, negli ultimi anni, illustri rappresentanti dalla scena coreografica internazionale, soprattutto stranieri, in una sorta di revival dantesco. Aurélien Richard (Pradis/Enfer), Vaclav Kunes (Inferno-Dante’s Variations), Mounir Ali (What about Dante), Pascal Touzeau, ex interprete del Frankfurt Ballet (Inferno), Paul Taylor (Dante Variations), sino all’italianissimo Virgilio Sieni, quando era alla guida della Biennale Danza di Venezia (La Divina Commedia -ballo), a Emio Greco e Pieter C. Scholten che lavorano alla Commedia.
E ancora, incursioni nella ‘Commedia’ anche ad opera di Richard Siegal, del francese Olivier Dubois e del pluridecorato maestro inglese Wayne Mc Gregor che ha creato per la compagnia del Royal Ballet ‘The Dante Project’. Anteprima a Los Angeles nell’estate del 2019 quando la pandemia era solo un ricordo. E ora in attesa di un nuovo debutto.
Adnkronos